Basilica di San Barnaba

Gaetano Moroni in "Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica", vol. XLII a p. 40 scrive: "La chiesa principale abbaziale collegiata e parrocchiale è dedicata all'apostolo S. Barnaba protettore della città, grandioso edificio di eccellente architettura, eretto dai fondamenti con maestosa e regolare facciata [...] "
È infatti il principale luogo di culto cattolico marinese ed è una delle sedi capitolari più importanti della diocesi suburbicaria di Albano.
L'edificio si presenta a pianta basilicale a tre navate; ha una lunghezza massima di 58.75 m., una larghezza al transetto di 24 m., un'altezza della cupola alla lanterna di 36 m. Vi sono custoditi: la venerata immagine mariana della Madonna del Popolo (di foggia orientale menzionata per la prima volta nel 1280; un Martirio di san Barnaba forse di Bartolomeo Gennari (1594-1661); un Martirio di san Bartolomeo del Guercino (1591-1666); un monumento funebre marmoreo al cardinale Girolamo Colonna di Alessandro Algardi (1595-1654).
Nella cripta hanno trovato sepoltura molti marinesi più o meno sconosciuti ma anche personaggi come: l'abate parroco Guglielmo Grassi; il vicario generale della diocesi suburbicaria di Albano; Giovanni Battista Trovalusci; la Serva di Dio Barbara Costantini.

Basilica di San Barnaba
Ingrandisce foto Basilica di San Barnaba

La basilica fu sede dell'Arciconfraternita del Gonfalone di Marino, fondata verso il 1271 da San Bonaventura di Bagnoreggio. Il suo Capitolo era il più importante della diocesi insieme a quello della Collegiata di Santa Maria Assunta in Ariccia (come stabilito nei sinodi diocesani del 1668 e 1687). Nel 1698 l'Arciconfraternita fece edificare, su progetto dell'architetto Girolamo Fontana, l'oratorio adiacente.
Prima di San Barnaba la potrettice di Marino era Santa Lucia. Le era stata infatti consacrata nel XII secolo una chiesa, situata nella parte basso-medioevale dell'abitato ed edificata su una cisterna romana; agli inizi del XIII secolo Giacoma de Settesoli ne finanziò il rifacimento. A Santa Lucia subentrò, come patrono di Marino, San Barnaba nel XVII secolo in quanto l'11 giugno 1615 una violenta grandinata aveva devastato i raccolti dei marinesi. La cosa si ripetè l'anno seguente nella stessa data e così accadde nel 1617.

Per porre fine a questo flagello, il popolo marinese venne convocato in assemblea, il 2 febbraio 1618; si decise di scrivere al cardinal Francesco Sforza di Santa Fiora (allora Vescovo di Albano) per ottenere il permesso di venerare San Barnaba (la festa ricorre proprio l'11 giugno), come santo patrono. Ottenuta la risposta affermativa dal cardinal Sforza si iniziò a celebrare solennemente la festa di San Barnaba. Il 28 ottobre 1636 monsignor Giovanni Battista Altieri con atto di visitazione soppresse le due parrocchie marinesi di Santa Lucia e di San Giovanni Battista accorpando le loro rendite e benefici nella costituenda parrocchia di San Barnaba. Il duca Filippo I Colonna subito stanziò alcuni fondi per l'avvio dei lavori di costruzione ma gli ufficiali tesorieri della Comunità di Marino se ne impadronirono per "recarsi a pazzeggiare all'hosterie" romane. La prima pietra della nuova parrocchiale fu posta il 10 giugno 1640 dal cardinale Girolamo colonna alla presenza del duca Filippo I Colonna e degli altri membri della famiglia Colonna.

Interno della basilica di San Barnaba
Ingrandisce foto Interno della basilica di San Barnaba

Il 3 dicembre del 1643 fu emanata da Urbano VIII la bolla Exclesa merita Sanctorum, con essa confermava la soppressione delle due antiche parrocchie marinesi in favore della nuova parrocchiale in costruzione che veniva elevata al titolo di Collegiata per insigne ed alla dignità abbaziale nullius. I privilegi di canonici e abate parroco vennero ampliati nei secoli seguenti dai successivi pontefici Il 5 giugno 1642 tutti i pilastri dell'erigenda chiesa e le volte delle otto cappelle erano stati terminati. Nel 1655 terminarono i lavori nella chiesa, durati quindici anni ma la chiesa non fu consacrata per la pestilenza del 1656 che decimò la popolazione marinese (dai 2000 abitanti si passò a poche centinaia).

La nuova Collegiata fu consacrata solo il 22 ottobre del 1662 da monsignor Carlo Tarugi vicario generale della sede suburbicaria di Albano e dal primo abate parroco, don Agostino Gagliardi. ma la consacrazione ufficiale avvenne il 14 maggio del 1713 con monsignor Antonio Sanfelice, arcivescovo di Napoli. Nel 1851 Pio IX decise di elevare la Collegiata a basilica minore. Si aprirono profonde crepe nella struttura della basilica per il terremoto del 1902, perciò furono fatti lavori di consolidamento. Nella notte tra venerdì 17 novembre e sabato 18 novembre del 1911 fu rubata l'immagine della Madonna del Popolo, custodita nella seconda cappella di destra della basilica; fortunatamente fu recuperata.
Nel 1914 furono trafugati i preziosi sopravvissuti alla prima rapina: i colpevoli stavolta non vennero identificati. La basilica venne risparmiata dal bombardamento del 2 febbraio 1944; numerosi sfollati si rifugiarono nei suoi sotterranei ma il 31 maggio 1944 fu colpita durante le quattro incursioni aeree anglo-americane: furono sfondati il tetto -già cadente- e un arco di sostegno della cupola; gravi danni ai dipinti dell'interno. Poi si dette il via al restauro.

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