Chiesa di Santa Maria in Vivario (o di San Rocco)

Chiesa del Gesù

La Chiesa parrocchiale di Santa Maria in Vivario, detta anche di San Rocco, è situata presso piazza San Rocco nel cuore del quartiere medievale, vicino piazza Paolo III ed il Palazzo vescovile.
Si tratta dell'unica chiesa tutt'oggi ancora visibile delle tre antichissime chiese menzionate nel Liber Pontificalis.
L'edificio sorse attorno al XII secolo sui resti di un vivarium (luogo dove si allevavano pesci) appartenente ad una villa romana di epoca repubblicana che molti attribuiscono a Lucullo.La chiesa subì i primi rimaneggiamenti già intorno all'anno 1296 e, pochi anni dopo, nel 1305, sotto il pontificato di Clemente V, fu eretto il famoso campanile romanico che ancora oggi svetta sul retro della chiesa. Rivestito in selce, è caratterizzano è a tre piani suddivisi da cornicioni sorretti da mensoline. Su ogni piano si aprono eleganti trifore.
Nuove e rilevanti opere di ristrutturazione furono effettuate sotto gli Estouteville, allora feudatari di Frascati, tanto che l'11 maggio 1495 la chiesa venne riconsacrata. La sua importanza crebbe a tal punto che l'11 gennaio 1538 Papa Paolo V in persona la consacrò come cattedrale della Diocesi di Frascati. Nel 1680 però fu declassata a parrocchia ed il titolo passò all'attuale Cattedrale di San Pietro.

Campanile della chiesa di Santa Maria in Vivario
Ingrandisce foto Campanile trecentesco della chiesa

La leggenda vuole che in questo luogo, in concomitanza con la peste del 1656, siano state rinvenute due immagini sacre raffiguranti san Sebastiano e san Rocco (i cui resti sono ancora oggi visibili sulla piccola cappella, all'angolo sinistro della navata). La scoperta miracolosa portò anche la fine della pestilenza e così, il 28 gennaio 1656, i due santi vennero proclamati protettori di Frascati e la chiesa venne ribattezzata in onore di san Rocco (per tale motivo oggi la chiesa viene appellata con entrambi i nomi di santa Maria in Vivario e san Rocco). Tale episodio viene ricordato sulla lapide posta sulla porta che conduce alla sagrestia.

Nel 1740, causa infiltrazioni, si dovette procedere alla chiusura dell'abside che venne riaperta solo durante i restauri del 1879. Purtroppo l'8 settembre 1943, nel corso di un raid aereo, la chiesa fu gravemente danneggiata per poi essere restaurata grazie ai lavori che si protrassero dal 1958 al 1962. Recentemente, attraverso mirati restauri, si è cercato di riportare la chiesa alla sistemazione che il Cardinale D’Estouteville volle darle verso la fine del XV secolo.Grazie a dei lavori di restauro dal 1992 è tornata ad essere agibile la cripta sotterranea che riprende la struttura rettangolare del vivarium su cui poggia la chiesa.

L'attuale facciata, del XVII secolo, si presenta molto semplice e riporta sul cornicione l'originario nome di Sancta Mariae in Vivario.
Particolarmente interessante l’interno, in cui trovano posto artistici reperti romani come sarcofagi ed altro. A pianta basilicale, l'interno è suddiviso in tre navate da colonne di pietra con capitelli ionici di epoca tardo imperiale e termina con tre absidi. Residui pittorici dell’originale decorazione si evidenziano nel catino absidale e nell’arco trionfale, in particolare l'affresco dell'"Incoronazione di Maria" (XV secolo). L'altare maggiore è ricavato da un sarcofago del V secolo. Nell'abside di sinistra si trova una "Sacra Famiglia", copia che sostituisce  l'originale del 1550 di Francesco Salviati.

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