Resoconto presentazione libro Giuseppe Tripodi

Circolo Piero Gobetti

 

Il 28 novembre u.s. il circolo Gobetti ha presentato il nuovo libro del professor Giuseppe Tripodi dal titolo” Ritratti in piedi nel Novecento calabrese”.

 

Il presidente del circolo prof. Boratto ha sinteticamente accennato al contenuto del libro costituito dall’analisi dell’opera di tre autori calabresi, Profazio, Strati e Villari, diversi per gli argomenti e le discipline da essi trattati, ma accomunati non solo per l’amore per la loro terra, ma anche dall’interesse per un mondo contadino, visto nella sua cultura e nelle sue condizioni di sfruttamento e di miseria e anelante a forme di riscatto.

Di notevole interesse anche l’appendice Minima personalia, in cui l’autore, scrivendo note autobiografiche, evidenzia le condizioni in cui si trovano e si sono trovati i giovani della sua regione, costretti a lasciare la loro terra per costruirsi un futuro.

Dopo questa breve premessa del prof. Boratto, sono intervenuti i tre relatori presenti.

Il dott. Alberto Cisterna, con una lunga esperienza di magistrato in Calabria, poi procuratore della Direzione nazionale Antimafia con Piero Grasso, giudice a Tivoli e ora a Roma, ha sottolineato l’accuratezza del libro sia nel linguaggio che nel delineare i personaggi, “in piedi” cioè con la schiena dritta, coerenti con le loro idee e non ossequiosi verso il potere. Non è un libro solo sulla Calabria, ha aggiunto, perché i personaggi presentati hanno una valenza generale; in particolare lo storico R. Villari diventerà negli anni ’60 e ‘70 un riferimento autorevole per la sinistra italiana. Perché l’autore inserisce se stesso come quarto? Probabilmente per richiamare con orgoglio le sue origini e fors’anche la fedeltà alle sue idee.

Franco Arcidiaco, editore e giornalista, sottolinea la passione civile che accomuna tutti e quattro i personaggi del libro, compresa l’autoironica storia di sé dell’autore. Arcidiaco si sofferma in particolare sulla figura dello scrittore Saverio Strati, scrittore importante, molto prolifico, ma ahimè poco conosciuto e non sempre citato nei manuali di Storia della letteratura italiana del Novecento. Le sue oltre 50 pubblicazioni, tra romanzi racconti, riscrittura di fiabe, ecc. hanno al centro la Calabria, i suoi contadini, l’emigrazione, e soprattutto la ‘ndrangheta, che l’autore segue nella sua evoluzione sempre più sanguinaria e incattivita. La Calabria ha dato molto nel passato a livello intellettuale, mentre ora la maggior parte dei suoi giovani è costretta ad emigrare.

Condivido con l’autore del libro, ha esordito il prof. Paolo Martino, docente di linguistica presso l’università LUMSA di Roma, la delusione per la deriva morale della società moderna e della politica che sembra selezionare i “peggiori”. Quanto al libro, Tripodi rivela grandi doti di affabulazione e capacità narrative, sorrette da una lingua estremamente rigorosa. Nella presentazione di Otello Profazio l’autore mette ben in rilievo i temi che sono l’epopea dei poveri e l’eros contadino, ma anche la sua capacità di cogliere l’universalità di certi fenomeni e sentimenti e di presentare il mondo contadino come metafora della condizione umana; in Strati ben vede l’acutezza nella conoscenza del fenomeno malavitoso della ‘ndrangheta, che ha specificato il prof. Martino deriva dal greco andragathía che significa “valore, prodezza”. Nella presentazione di Villari si può agevolmente leggere un omaggio al suo professore universitario, e nella autobiografia di sé il forte legame con la sua terra d’origine e il ricordo aperto e cordiale di amici o di colleghi conosciuti nelle sue “peregrinazioni” di docente.

Ha preso poi la parola l’autore del libro prof. Tripodi precisando che il lavoro è l’assemblaggio di saggi già pubblicati, ma che sono stati messi insieme perché cantano, narrano o descrivono il mondo contadino, la sua tutt’altro che semplicistica cultura e visione della vita; ed esprime il rimpianto per il fatto che i valori di quel mondo e la sua cultura non siano entrati a far parte della nuova società industriale, anzi sono stati sommersi e spesso ripudiati dagli stessi contadini negli anni del boom economico.

La serata si è conclusa in maniera magnifica con una breve, ma intensa esibizione del cantautore calabrese Otello Profazio. Il cantautore prima ha raccontato succintamente le sue vicende professionali, il suo amore per i classici greci, la sua amicizia con Saverio Strati, il suo rapporto professionale e di amicizia con l’altro grande cantautore dialettale Ignazio Buttitta; poi il suo amore per la Calabria, i suoi contadini inseguiti dalle sue rime anche quando emigravano alla ricerca vana della ricchezza. Ha infine voluto regalare ai presenti, su invito del prof. Tripodi, alcune sue “profaziate”, rime contro i potenti e i politici e ha cantato alcuni brani del suo vastissimo repertorio tra cui una canzone ancora inedita La Ballata cosolatoria per i comunisti, accompagnandosi con la chitarra. Molti alla fine gli applausi e i complimenti del numeroso pubblico presente.

 


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