"View of the Temple of the Sibyl in Tivoli" di Abrham-Louis-Rodolphe Ducros

a cura di Roberto Borgia

Il pittore svizzero Abrham-Louis-Rodolphe Ducros nacque a Moudon il 21 luglio 1748 e morì a Losanna nel 1810. Frequentò il Collegio a Yverdon, poi l'accademia privata di disegno a Ginevra di Nicolas Henri Joseph de Fassin (1728-1811) dal 1769 al 1771. Notevole risulta l'influenza del suo maestro, che inserì anche il paesaggio di Tivoli nelle sue opere. Ducros fece poi un viaggio nelle Fiandre, partì in seguito per Roma nel 1776. Nel 1778 trova lavoro come un specialista in panorami topografici con Nicolaas Ten Hove, un antiquario olandese che si imbarca per un viaggio attraverso Italia meridionale, Sicilia e Malta, insieme ai gentiluomini olandesi Willem Carel Dierkens, Willem Hendrik van Nieuwerkerke e Nathaniel Thornbury. Di questo periplo di quattro mesi esiste la testimonianza in 300 acquerelli di Ducros nel Rijksmuseum di Amsterdam. In particolare, fra gli acquarelli che Ducros ha prodotto in quella spedizione, è doveroso citare il "Tempio d'Ercole ad Agrigento" (Amsterdam, Rijksmus.) ed una "Veduta del porto a Pozzuoli, presso Napoli" (U. Manchester, Whitworth A.G.). I disordini del 1779 a Napoli lo spinsero ad abbandonare questa città. Dopo questi viaggi e la fama acquisita come acquerellista, abitò principalmente a Roma, dove beneficiò dell'alta stima del papa Pio VI. Ducros comprese che la sua unica speranza di un lavoro rimunerativo era quello di vendere souvenirs pittoreschi ai visitatori stranieri.


Ingrandisce foto "View of the Temple of the Sibyl in Tivoli"

Dopo aver aperto infatti il laboratorio a Roma proprio nel 1779 si specializzò ancora di più nel paesaggio all'acquerello mettendosi anche in affari con l'incisore Giovanni Volpato (1732-1803) per produrre e diffondere delle vedute pittoresche di Roma e dei suoi dintorni incise all'acquaforte e colorate a mano. L'opera del Ducros che però presentiamo non è un acquarello, bensì un olio su tela, dipinto intorno al 1785, "View of the Temple of the Sibyl in Tivoli", di dimensioni abbastanza notevoli, 79 x 109 cm., in vendita presso gli Antiquari Mallett, 141 New Bond Street, London,W1S 2BS, Telefono: 00 44 (0)20 7499 7411. (aggiornamento al novembre 2008)

Abraham Ducros dipinge il cosiddetto tempio della Sibilla con precisione archeologica estremamente particolareggiata. È interessante osservare che non dipinge il panorama circostante con la stessa precisione di pittore di souvenirs, ma sostituisce intenzionalmente il baratro dell'acropoli sul lato destro del tempio con un ampio terrazzo, mettendo sulla scena vari elementi narrativi: un artista, come lui, ritratto all'opera all'aperto, prende posto a sedere sotto un parasole improvvisato, mentre prende schizzi del Tempio della Sibilla. Presso di lui alcuni contadini stanno raccogliendo grappoli d'uva. In primo piano, un viandante in riposo anima con calma la composizione, rievocando gli abitanti dell'Arcadia, tema caro a Nicolas Poussin (1594-1665). In questa opera troviamo perciò sia il vedutista topografo o l'antiquario sia il paesaggista, preoccupato anche di captare gli effetti di luce che penetra l'atmosfera e che gioca sulla vegetazione: osservare in particolare il punto dove poggia la scala del contadino che raccoglie l'uva. Occorre rilevare che l'idea di Ducros per la modifica di paesaggio, accennata prima, è proprio quella di distinguersi dal gran numero di vedutisti che in ogni tempo avevano ritratto l'acropoli tiburtina, in particolare dai suoi contemporanei che dipingevano il tempio ed il suo contorno topografico nella maniera più precisa e pedante possibile. I suoi clienti approvarono evidentemente questa composizione, infatti ne esistono molte versioni : un disegno da Ducros nell'album per schizzi dello scultore neoclassico inglese John Flaxman (1755-1826) datato fra il 1787 ed il 1794, un acquarello nel Museo di Losanna databile al 1783, un acquarello nel Museo di Birmingham, un disegno ad inchiostro nel Museo di Losanna ed una incisione con una lettera autografa scritta da Ducros al suo amico pittore ginevrino Pierre-Louis De La Rive (1753-1817) datata 1809.

Da un punto di vista estetico la rappresentazione di un stesso sito permetteva di darne diverse interpretazioni. La seconda metà del XVIII secolo è infatti caratterizzato dai paesaggisti che dimostrano uno spiccato interesse per gli effetti di luce nelle diverse ore del giorno e per le variazioni meteorologiche come Pierre-Henri de Valenciennes (1750-1819) e Thomas Jones (1742-1803). Ducros è, egli anche, sensibile a questo aspetto quando confida ad uno dei suoi compatrioti nel 1787 che "il cielo è in un paesaggio ciò che la faccia è in una figura umana; è il cielo che, per le variazioni di luce e di ombra, diffonde in un paesaggio un tono triste o allegro, tetro o sereno, pacifico o agitato, adatto al carattere sotto il quale si vuol rappresentare". Philippe Secretan, Journal de voyage, Biblioteca cantonale ed universitaria, Losanna, ms., fonds PELIS, Is 4350, fol. 61.)

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