"Paesaggio" di Edoardo Tani

a cura di Roberto Borgia

Parliamo ancora del concittadino Edoardo Tani (1880-1948), visto che nell'anno passato si è celebrato il centoquarantesimo anniversario della sua nascita ed, in particolare, il centenario della sua fortunata esposizione nel Teatro Reale di Madrid, che, all'epoca, destò la più grande ammirazione e che lo fece immediatamente apprezzare nell'ambiente culturale spagnolo tanto che i suoi quadri furono tutti venduti. Non furono poche le sue opere che vi figurarono poiché superarono il centinaio. Erano ripartite in gruppi distinti per stagioni: 24 studi per la Primavera, 18 per l'Estate, 30 per l'Autunno e 17 per l'Inverno, oltre molte altre opere di svariato argomento.
I critici d'arte di tutti i più grandi giornali madrileni ne fecero i più grandi elogi e l'additarono come grande maestro. Francisco Alcantara nel El Sol così ne scriveva tra l'altro: «Questa è una delle mostre più piacevoli che abbiamo visitato negli ultimi anni: forse la tavolozza del signor Tani è un po' fragile; ma la sua padronanza delle forme si rapporta genialmente con lo spirito del paesaggio. La fluidità della sua espressione e la naturalezza con cui usa tutti questi elementi, ci offrono una trascrizione delle emozioni sempre squisite e liberamente accattivanti con le quali ci viene presentato ciò che nella parola paesaggio si sottintende pieno di mistero: tutto ciò rende la visita all'Esposizione di Tani un profondo momento di piacere».


Ingrandisce foto Paesaggio

Questo entusiastico giudizio non fu cosa da poco, in quanto Francisco Alcántara Jurado (1854-1930) era un famoso critico d'arte dei giornali El Imparcial e del sopra riportato El Sol, e fu tra coloro che contribuirono maggiormente alla riscoperta del pittore El Greco, valorizzando il carattere antiaccademico della sua pittura. Il nostro Tani gode certamente di più letteratura nell'ambiente di lingua spagnola rispetto a quello italiano, in quanto viene inserito nell'avanguardia artistica madrilena tra gli anni 1909-1922.

Proprio a Madrid, che mantiene il pieno peso della ricca tradizione ufficiale, converge infatti un gruppo di artisti stranieri che si adattano perfettamente proprio alla lunga storia dell'arte spagnola, creando un tipo di pittura che, a volte, raccoglie le caratteristiche delle regioni che visitano, interpretano con tutto il loro verismo il mondo dei grandi maestri spagnoli o addirittura, introducono nella capitale un impressionismo che, a volte, si alterna con le caratteristiche spagnole che raggiungono più facilmente pubblico e critica, in alcuni casi accennando alle connotazioni del post impressionismo. Proprio in questo periodo la letteratura d'arte spagnola parla spesso dell'opera di Edoardo (anzi Eduardo) Tani, che appartiene appunto a quel gruppo di pittori che formano l'ambiente più avanzato artisticamente della capitale.

Allo stesso modo così il critico José Blanco Coris nell'Heraldo de Madrid parlava del nostro concittadino: «Edoardo Tani è un notevole pittore, di una diafanità e modestia che incantano, che non comprende per quale motivo i pittori italiani e di altre nazioni non vengano in Spagna, alla Mecca della pittura, come lui afferma, a studiare , più o meno come fanno gli spagnoli e altri gli stranieri che vengono in Italia, come Tani che espone le sue impressioni pittoriche nella sua esposizione nel Teatro Reale». Anche questa segnalazione non è cosa da poco in quanto José Blanco Coris (1862-1946), nativo di Malaga, fu un pittore, scrittore e insegnante nella Escuela de Artes y Oficios di Madrid, autore di un celebre Manual de Arte Decorativo (tre volumi, Madrid, 1916-1921), che fu dichiarato di pubblico interesse per l'istruzione. Ed ecco allora questo "Paesaggio", acquerello su carta, cm. 43x58, collezione privata, che illustra la zona di Pomata, con la pianta regina del paesaggio tiburtino.

Anche per questa opera ospitiamo una prima sensazione dell'amico Gianni Andrei: «La sensualità dei colori è sublimata dall'intensa solarità del paesaggio, con la convulsione degli ulivi in primo piano che insieme rappresentano una superba cornice allo scorcio sulla campagna romana, illuminata dallo sfolgorio dei campi e dalle intuibili memorie imperiali».
La letteratura sull'olivo è notevole, ma certamente la summa è il volumetto "Tivoli tra gli olivi. Consuetudini, esperienze, pratiche, ricordi legati alla cultura dell'ulivo" di Franco Sciarretta, Edizioni Tiburis Artistica, Tivoli, 2005. A questo testo rimandiamo per un approfondimento e spesso, per il ricordo di un mondo, ahimè, per taluni aspetti ormai scomparso, senza dimenticare però che quella fatica costava lacrime e sangue!

(febbraio 2021)

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