“Vista della grande cascata di Tivoli” di Ludwig Philipp Strack

a cura di Roberto Borgia

Il pittore tedesco Ludwig Philipp Strack nacque il 10 agosto 1761 ad Haina nell’Hessen e morì il 27 gennaio 1836 ad Oldenburg. Pittore, incisore e litografo di spirito classico era il figlio di Johann Heinrich Strack, nato il 22 aprile 1723 a Nieder Ohmen, che aveva sposato il 22 aprile 1746 Luise Margarethe Tischbein nata ad Haina il 27 marzo 1727 e deceduta il 13 marzo 1785. Suo fratello era il paesaggista e ritrattista Anton Wilhelm Strack (1758-1829). A dodici anni fu allievo del cugino Johann Heinrich Tischbein detto der Jüngere “il giovane” (1742-1808), pittore ed incisore, dal 1775 primo ispettore della Pianacoteca di Kassel. Lì il giovane Strack incominciò a copiare gli antichi maestri. Un sostegno importante gli venne dallo zio Johann Heinrich Tischbein, detto der Ältere, il Vecchio, nato il 3 ottobre 1722 a Haina e morto il 22 agosto 1789 a Kassel: questi nel 1743 aveva studiato a Parigi con Charles-André van Loo (1705-1765), il più noto tra i membri di una famiglia di pittori di orgine olandese. Tischbein il vecchio poi dal 1748 al 1751, dal 1748 al 1751 era stato in Italia dove aveva lavorato a Venezia nello studio di Giovanni Battista Piazzetta (1683-1754).
Nel 1752 fu nominato pittore di corte a Kassel, nel 1776 direttore dell'accademia di questa città. Dipinse soprattutto quadri mitologici nello stile rococò (opere nel castello Wilhelmshöhe presso Kassel) e ritratti. Lo zio fece appunto entrare il giovane Strack a servizio del principe Peter Friedrich Ludwig di Oldenburg. Studiò anche a Lubecca ed Amburgo sempre con esponenti della famiglia di pittori Tischbein. Frequentò poi l’Accademia di Kassel insieme al insieme a Johann Georg Pforr, pittore e incisore (Ulfen 1745 - Francoforte sul Meno 1798), figura molto particolare che prima di dedicarsi alla pittura aveva lavorato in una fabbrica di ceramiche come pittore.


Ingrandisce foto “Vista della grande cascata di Tivoli”
di Ludwig Philipp Strack

Pforr entrato nel 1777 nell’Accademia di Kassel si stabilì dal 1785 a Francoforte dove fu noto pittore di genere, in particolare si specializzò, possiamo, dire in dipinti di cavalli. Ma non possiamo chiudere l’accenno alla famiglia dei pittori Tischbein senza citare il membro più importante Johann Heinrich Wilhelm Tischbein (1751-1829), detto il Tischbein di Goethe, autore nel 1787 del monumentale Ritratto di Goethe nella campagna romana, conservato nello “Städelsches Kunstinstitut und Stadtische Galerie” di Francoforte, nel quale lo scrittore viene presentato in posa metitabonda e solenne sullo sfondo dell’Appia antica, insieme a resti di sculture, rovine di acquedotti ed in lontananza il profilo dei Castelli Romani, in omaggio al Grand Tour inteso come un rito irrinunciabile ed un vero e proprio viaggio iniziatico per tutta una generazione di artisti e scrittori.

Ritornando a Strack, un avvenimento molto importante fu nell’Accademia la vincita nel 1787 della medaglia d’oro e della conseguente borsa di studio in Italia. Ma veniamo finalmente a questa Vista della grande cascata di Tivoli, olio su tela, cm. 51,5 x 68, firmato e datato in basso a sinistra: 1816, che pubblichiamio grazie alla cortesia della Galleria di Paolo Antonacci in Via del Babuino, 141/a a Roma. Tivoli con i suoi monumenti, le sue cascate, il suo paesaggio ed i suoi panorami rappresentò una notevole meta di ispirazione dei pittori di paesaggio, che si spingevano più oltre, lungo la valle dell’Aniene, per trovare soggetti delle loro rappresentazioni. I ricchi poi potevano acquistare le opere ad olio, ma esisteva anche un commercio per i turisti e viaggiatori meno forniti di denaro, con un notevole commercio di disegni ed incisioni.
Certo il paesaggio dipinto da Strark è ideale, anche nelle due figure di popolane in fondo alle valle, ma ci può dare certamente l’idea dell’imponenza e della bellezza della cascata di Tivoli, prima che, il 7 ottobre 1835, fossero inaugurati i cunicoli gregoriani dal papa Gregorio XVI, “un’opera di romano ardimento”, per dirla con lo storico Vincenzo Pacifici (1895-1944), che, in soli due anni di lavoro dall’approvazione del progetto, spostarono la caduta dell’Aniene in un punto meno pericoloso.

ottobre 2013

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