"Sibilla Tiburtina" di Amedeo Brogli

a cura di Roberto Borgia

L'unico rammarico della mostra di pittura di Amedeo Brogli alle Scuderie Estensi (lo Stallone) a Tivoli è stato dato dalla brevità dell'esposizione, dal 9 al 14 dicembre 2005. Meritava certamente un periodo più lungo, sia per i nostri concittadini sia per i turisti che si recano a visitare i monumenti tiburtini. Dirò ancora: meritava più di una visita per gustare meglio ogni particolare dell'opera dell'artista lucano, nato a Palazzo S. Gervasio in provincia di Potenza nel 1948; dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti a Napoli, Brogli ora vive e lavora a Roma. Scenografo, oltre che pittore, è stato allievo di Renato Guttuso; nel 1977 infatti ha realizzato con il maestro due dipinti murali ad Olbia; nel 1979 interventi pittorici all'"Open Gate" , Roma; nel 1980 ha eseguito dipinti e lavorato per la scenografia del film "La tragedia di un uomo ridicolo" di B. Bertolucci; nel 1981 ha dipinto i teleri per il "Peer Gynt" di Ibsen messo in scena dallo scenografo Richard Peduzzi (già direttore dell'Accademia di Francia di Villa Medici fino all'agosto del 2008) con il regista Patrice Chéreau per il Théâtre National Populaire di Lyon-Villeurbanne; nel 1983 ha collaborato, sempre con R. Guttuso, alla realizzazione del plafone dipinto del Teatro "Vittorio Emanuele" di Messina; nel 1986 interventi alla maquette dell' "Opera" al Museo d'Orsay a Parigi; nel 1992 dipinti per casa di Marta Marzotto a Milano; nel 1996 ha tenuto una personale a Palazzo Barberini in Roma; nel 2001 ha realizzato cinque vetrate per la Cappella della Casa Generalizia delle Suore Francescane in Roma; nel 2002 ha esposto una serie di dipinti su Roma e Provincia "Il blu e il nero" nel complesso del Vittoriano.


Ingrandisce foto "Sibilla Tiburtina"

Il titolo della Mostra era estremamente significativo "Roma oltre le mura: Via Tiburtina. La strada del fiume" , le opere spaziavano infatti da Porta Esquilina e Tiburtina a Portonaccio, da Casal Bruciato agli ex-stabilimenti De Paolis, dalle rampe di accesso all'autostrada per Tivoli alle cave di tufo, da Pratolungo a Settecamini, ma il nucleo più numeroso delle composizioni era ispirato alla nostra città sia con olii su tela attinenti Villa Adriana, sia con una rivisitazione dei nostri miti più antichi, come la Sibilla Tiburtina e il fiume Aniene (quest'ultima opera, se pure incompiuta, era presente egualmente nella mostra).

Proprio la Sibilla Tiburtina, olio su tela, cm. 80x90, è stata certamente l'opera più significativa della Mostra stessa, laddove il maestro Brogli non ha esitato a cimentarsi con un tema che da sempre ha visto il fiorire di una ricchissima tradizione iconografica (oltre che a cimentarsi con un volto femminile estremamente espressivo). La fanciulla, o meglio la donna vista la profonda esperienza che emana dai suoi occhi, è raffigurata con uno scorcio nel nostro tempo presente rappresentato proprio dal Tempio cosiddetto della Sibilla, nel suo aspetto attuale. La giovane donna colpisce proprio con il suo sguardo interrogativo ed inquietante, dove si può cogliere anche uno sfondo di mistero sensuale. Passato e presente che si intersecano, con la finestra aperta sui Templi dell'Acropoli ed in questo modo il maestro Brogli ha superato, per il taglio dell'opera, la vecchia convenzione fiamminga di dividere in due l'opera con una violenta diagonale, chiusa verso l'osservatore ed aperta in lontananza. Proprio lo sguardo michelangiolesco della Sibilla è il motivo ispiratore che lega passato e presente, rendendo tutta l'opera quanto mai inquietante ed attuale.

I colori ad olio pur vivi e splendenti (il dipinto è del 2005) non sono mai volgari, siamo certi invece che la patina del tempo renderà la tela ancor più fascinosa, tanto da farla annoverare tra le opere più famose dedicate alla nostra città. Scrivemmo sul Notiziario Tiburtino, all'epoca della mostra che sarebbe stato veramente necessario perciò che il Comune di Tivoli potesse acquisire quest'opera, perché, come è noto e come faceva rivelare nel 2004 il dott. Roberto Missoni negli Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d'Arte (Società che patrocinò la mostra), Tivoli possiede, opera degna di essere chiamata tale, un solo acquarello, quello di Ettore Roesler Franz, donato dall'artista al Comune di Tivoli grato per la cittadinanza onoraria conferita nel 1903. Non così si comportò il Comune di Roma che acquistò subito la serie dei 120 acquarelli di Roma sparita, comprendendo la validità non solo documentaria dell'opera. "Ora che c'è il nuovo spazio delle Scuderie Estensi il dipinto sulla Sibilla Tiburtina potrebbe essere proprio la prima opera dapprima di una esposizione permanente, poi di un vero e proprio Museo. Siamo certi che non mancheranno gli sponsor" , scrivevamo testualmente. Un mecenate tiburtino, letto il nostro appello, contattò il maestro per acquistare l'opera e donarla alla città: troppo tardi, il dipinto era già stato venduto e partito per oltreoceano, dove speriamo possa fare di propaganda per la nostra città. Una nota negativa: il fiume Aniene, il cui percorso legava la Mostra, mancava di uno degli aspetti paesaggistici più riprodotti: il Ponte Lucano ed il sepolcro dei Plauzi. Il maestro Brogli non si potè cimentare con questo scorcio, considerando l'aspetto attuale della zona, che il muro (all'epoca, il 2005, propagandato come più basso e perciò in grado di "mettere in rilievo il monumento" -sic!-) certamente non risolverà. Com'è possibile che abbiano fatto ridurre quella zona in questo modo? Eppure abbiamo figure rappresentative nelle alte sfere del Ministero dei Beni Culturali! Ricordiamo che il dipinto è stato anche riprodotto sulla copertina degli Annali del Liceo Classico "Amedeo di Savoia" di Tivoli.

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