"Temple of the Sibyl at Tivoli" di Alexander Runciman

a cura di Roberto Borgia

Alexander Runciman (1736-1785) è un pittore scozzese di soggetti storici e mitologici, fratello maggiore di John, anche lui pittore. Nato ad Edimburgo, studiò alla Foulis's Academy di Glasgow e dal 1750-1762 compì un apprendistato presso il pittore di paesaggi Robert Norie. Lavorò anche come pittore di scenografie per il Teatro della sua città natale. Nel 1767 si recò a Roma dove trascorse cinque anni. Venne accompagnato dal fratello John, che però morì a Napoli nell'inverno del 1768-69. Runciman durante il suo soggiorno in Italia conobbe altri aristi come Johann Heinrich Füssli e lo scultore Tobias Serghells. Particolarmente importante l'amicizia con il letterato e pittore svizzero, che verrà conosciuto soprattutto in Gran Bretagna per la sua attività con il nome di Henry Fuseli (1741-1825), che proprio in quegli anni appunto, dal 1770-1778, studiava a Roma gli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina, oltre le altre opere antiche, arrivando a visitare anche Venezia e gli scavi di Pompei ed Ercolano. Anche Fuseli predilesse le opere tratte da poemi dell'antichità classica, con un'ispirazione veramente romantica, ricco di pathos e d'immaginazione, ma non disdegnando, al pari di Runciman, di trarre ispirazione da opere letterarie più recenti, come opere di Shakespeare e Milton. I primi sforzi di Runciman furono però rivolti verso una pittura di paesaggio, come gli emuli del gran tour, poi si rivolse verso soggetti storici e di fantasia come "Nausicaa che gioca con le sue ancelle", che fu messa in mostra nel 1767 presso la Libera Società degli Artisti Britannici di Edimburgo. Ritornato a Londra, fece una Mostra nella Royal Academy, si stabilì poi ad Edimburgo dove fu nominato poi direttore della Trustees' Academy. Godè della protezione di Sir James Clerk, di cui decorò la sala del Penicuik House con una serie di soggetti presi da Ossian, bardo leggendario dell'antica Scozia, figlio del guerriero Finn Mac Cumhaill e della poetessa Sadhbh. I primi cenni a Ossian si trovano negli scritti di Giraldo Cambrense, del XII secolo. Ma la vera vicenda letteraria - da qui l'ispirazione di Runciman - esplose quando James MacPherson (1736-1796) scrisse "I canti di Ossian".


Ingrandisce foto Temple of the Sibyl at Tivoli

MacPherson finse di aver tradotto fedelmente le originali poesie di Ossian, mentre in realtà si basò su dei frammenti e inventò di sana pianta molti "canti". Il successo delle sue presunte traduzioni, nondimeno, fu straordinario. La prosa potente, il riferimento ad una natura selvaggia, ne fanno un'opera fondamentale del Preromanticismo. Dapprima nel 1760 Macpherson pubblicò il testo in lingua inglese Fragments of Ancient Poetry collected in the Highlands of Scotland (Frammenti dell'antica poesia raccolti nelle alte terre della Scozia).

Nel 1761 egli affermò di aver trovato un poema epico sulla materia dell'eroe Fingal, scritto da Ossian. Pubblicò la sua traduzione negli anni seguenti, che ebbero il culmine, come dicevamo, in una raccolta; The Works of Ossian (I canti di Ossian), nel 1765. Il più famoso poema era Fingal scritto nel 1762. Il poema ebbe un successo internazionale (anche Napoleone ne divenne un grande appassionato) e furono proclamati l'equivalente celtico degli scrittori classici come Omero. Molti scrittori, oltre che pittori, furono influenzati da questi lavori, anche il giovane Walter Scott e lo scrittore tedesco J.W. von Goethe, la cui traduzione tedesca di una parte degli scritti di Macpherson compare in una scena de "I dolori del giovane Werther". Inoltre Johann Gottfried Herder scisse un saggio intitolato Extract from a correspondence about Ossian and the Songs of Ancient Peoples nei primi giorni del movimento Sturm und Drang. Ritornando a Penicuik House ricordiamo che per oltre tre secoli questa fu la dimora di una delle famiglie più illustri nella storia della cultura scozzese.

Il suo aspetto attuale è il risultato del suo sviluppo nei secoli XVII e XVIII da tre generazioni di Clerks, ciascuno dei quali - ma soprattutto il barone Clerk nella prima metà del XVIII secolo - ha dato un contributo importante alla cultura scozzese e allo sviluppo di quel fenomeno noto come illuminismo scozzese. Penicuik House è situata nella periferia occidentale della città di Penicuik, a circa 10 miglia a sud di Edimburgo. Il podere circostante è situato sul bordo orientale delle colline Pentland e comprende la valle del fiume North Esk. Il paesaggio disegnato superbamente è uno dei primi nel suo genere e al centro si trova uno dei più belli edifici palladiani superstiti in Scozia, anche se oggi versa in uno stato rovinoso. La notizia interessante è che il "Penicuik House Preservation Trust", in collaborazione con il Centro scozzese "Lime Trust", prevede di consolidare e mantenere questa struttura storica, rendendo l'edificio e determinate zone circostanti a disposizione del pubblico. Il progetto prevede inoltre di offrire un vero e proprio laboratorio per l'utilizzo di materiali di costruzione, attinenti l'epoca dell'edificio, e l'utilizzo nello stesso tempo di tecniche tradizionali. Runciman creò anche diversi dipinti religiosi e una pala d'altare nella Chiesa Episcopale di Cowgate di Edimburgo, poi divenuta Chiesa di S. Patrizio. Tra le notevoli caratteristiche di questa Chiesa vi sono infatti quattro dipinti di Alexander Runciman. Questi affreschi sono nell'abside originale orientale della chiesa, e sono sormontati da un affresco raffigurante l'Ascensione dello stesso artista.

L'affresco venne coperto nel corso del tempo, ma anche qui esiste un progetto in corso per riportare al suo splendore originale i quattro dipinti di Alexander Runciman che ritraggono personaggi del Vecchio Testamento. L'affresco proprio ora fulcro del progetto di restauro, raffigura, come detto, l'Ascensione di Gesù al cielo. In effetti Runciman godette di una forte reputazione come pittore di paesaggio nella sua vita. Alcune sue opere, grazie alla loro spontaneità, al vigore dello stile e al colore lo collocano come un precursore di quella che può essere definita arte moderna. Si può cogliere infatti già un gusto estremamente moderno in questo olio su carta, originariamente facente parte di un album di schizzi, con in basso a destra la scritta ad inchiostro "290", di cm. 16,5 x 22,9, databile al 1770, dal titolo attuale "Temple of the Sibyl at Tivoli" o meglio "View of Tivoli" dal taglio panoramico, con gli edifici sullo sfondo. Un bozzetto, uno schizzo, ma geniale nella sua composizione appena accennata, con in rilievo soltanto il Tempio della Sibilla, l'albero sulla destra ed una cascata al centro. Il lavoro, insieme ad altri dell'artista scozzese, è conservato nell'Hunterian Art Galley di Glasgow, che insieme all'Hunterian Museum, costituisce il più antico museo pubblico scozzese, ospitato in vari edifici dell'università, che prende il nome proprio dalla città scozzese.

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