"Il cardinale von Hohenlohe con Franz Liszt affacciati alle Peschiere di Villa d'Este" di Salomon Corrodi (prima parte)

a cura di Roberto Borgia

Questo prezioso acquarello su carta, che viene pubblicato in anteprima su queste pagine, grazie alla cortesia dell'antiquario Paolo Antonacci Via del Babuino 141/a in Roma dal titolo Il cardinale von Hohenlohe con Franz Liszt affacciati alle Peschiere di villa d'Este è opera del pittore Salomon Corrodi (Fehraltorf in Svizzera, 1810 - Como, 1892). Di gran formato, cm. 55 x 80, e in splendide condizioni di conservazione, per come abbiamo visto l'acquarello degnamente esposto nella sede di Via del Babuino, è firmato e datato in basso a destra: "Sal. Corrodi. Rom. 1870". Per Corrodi fu particolarmente importante l'influsso del maestro Johann Jakob Wetzel (1781-1834), pittore ed incisore, uno degli artisti della svizzera francese e tedesca, che rimane insieme a Gabriel Lory, indiscusso protagonista nel panorama artistico culturale dei primi anni dell'ottocento relativamente il nord Italia. Pittori che, oltrepassando le Alpi attraverso le grandi vie di comunicazione, lasciarono un segno indelebile del loro passaggio grazie alla produzione di vedute all'acquerello poi tradotte in opere a stampa che andavano a comporre album di rara bellezza.


Ingrandisce foto "Il cardinale von Hohenlohe con Franz Liszt
affacciati alle Peschiere di Villa d'Este"

Artisti di straordinarie capacità che direttamente in fase di stampa riuscivano a conferire l'atmosfera e le luci, in particolare quelle dei laghi lombardi, anche se di Wetzel mi piace ricordare anche la collaborazione per le incisioni calcografiche dell'edizione zurighese delle Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo presso Orell e Füssli, del 1816, con l'errata indicazione Londra, 1814. Ma se gli artisti citati compivano un "Petit Tour" dalla Svizzera al Nord Italia, non fu così per Salomon Corrodi, che giunse a Roma nel 1832 in compagnia di Jakob Suter ( Zurigo 1805-1874), altro futuro famoso pittore svizzero, sempre allievo di J. J. Wetzel, da cui apprese i segreti dell'acquarello, che, come dicevamo, ne facevano un vero maestro. (Suter sarà particolarmente apprezzato per le sue luci, le profondità e le atmosfere che riusciva ad esprimere nelle sue opere).

L'autore del nostro acquarello su Villa d'Este fu introdotto poi dal connazionale Johann Kaspar Weidenmann nei prestigiosi ambienti artistici internazionali della capitale pontificia ed ebbe tra i suoi primi acquirenti lo scultore danese Bertel Thorvaldsen (Copenaghen 1770-1844) che pur figlio di un intagliatore di legno, era stato educato dal pittore N. A. Abildgaard all'Accademia Reale di Copenaghen (1781-93) e proprio grazie ad una borsa di studio aveva avuto l'opportunità di recarsi a Roma (1797) dove rimarrà per un lunghissimo periodo di tempo, circa quarant'anni, salvo brevi ritorni in patria. Accenniamo soltanto che a Roma, centro del Neoclassicismo, Thorvaldsen si dedicò a uno studio meticoloso delle opere classiche e delle teorie di Winckelmann ( "Storia dell'arte nell'antichità" ). Contemporaneo e rivale del Canova che opera negli stessi anni a Roma, Thorvaldsen ricevette molti onori, fra cui la nomina a presidente dell'Accademia di San Luca, e commissioni da ricchi collezionisti. Fu naturalmente un grosso successo per Salomon Corrodi un acquirente come l'artista danese, tanto più che lavorò al fianco di Franz Catel (1778-1856), in quegli anni pittore paesaggista di grande successo. Da questi apprese l'importanza dello studio diretto sulla natura che poi, virato verso una più intima resa sentimentale del paesaggio e dei suoi colori, avrebbe caratterizzato tutta la produzione di Corrodi, cui non furono estranei gli influssi del paesaggio "eroico"-classico di Johann Christian Reinhart e Joseph Anton Koch.

Nel 1835 esordì alla mostra della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, raccogliendo un notevole successo. Nel 1845 lo zar Nicola I di Russia, in occasione della mostra organizzata in suo onore durante la visita ufficiale a Roma, acquistò diverse opere del pittore, commissionandogliene altre e dando così avvio ad una rilevante serie di committenze da parte dell'aristocrazia russa. Da quel momento Corrodi avrebbe lavorato per diversi anni soprattutto per la corte degli zar (l'Ermitage di San Pietroburgo conserva dodici suoi acquarelli). Già nel 1843, chiamato a Firenze dal granduca, aveva dipinto per Maria Teresa d'Asburgo-Lorena di Toscana le opere oggi nelle collezioni reali di Torino. Il grande prestigio artistico acquisito a Roma gli diede la nomina di presidente, tra il 1853 e il 1856, del " Deutscher Künstlerverein in Rom", l'associazione degli artisti tedeschi (ma anche nordeuropei) fondata da Franz Ludwing Catel nel 1845, che già nel 1815 aveva promosso un Fondo di sostegno per gli artisti tedeschi, che nel 1845 divenne appunto "Deutscher Künstlerverein" Intanto negli anni successivi furono sempre più frequenti i rapporti del nostro Salomon Corrodi con le corti europee: nel 1863, in viaggio in Inghilterra, fu presentato da Wintherhalter alla regina Vittoria che gli commissionò un ciclo di vedute italiane. Fu tra i fondatori della Società degli Acquarellisti Romani, voluta nel 1875 da Ettore Roesler Franz e Nazareno Cipriani. Nel 1888 fu accolto come accademico di merito tra i consociati dell'Accademia di San Luca.

Nei dintorni

Approfondimenti

    Le guide di Tibursuperbum

    Con il patrocinio del Comune di Tivoli, Assessorato al Turismo

    Patrocinio Comune di Tivoli

    Assessorato al Turismo