I ricordi dei viaggiatori del Grand Tour

Vogliamo riproporre alcuni brani che testimoniano quali intense emozioni provarono alcuni illustri personaggi in visita a Tivoli dalle cui bellezze furono completamente soggiogati.
Iniziamo con René de Chateaubriand: "Ho camminato lungo l'Aniene fino al campo di olivi, ove s'apre un panorama su un'ampia solitudine.Ho visto il tempio di Vesta, le grotte di Nettuno e delle Sirene, e le cascatelle che sbocciano dai portici della Villa di Mecenate".
Eduard Schuré, saggista e poeta francese, così scrive a proposito di Tivoli "Vi sono dei luoghi predestinati che sembrano edificati dalla natura per rappresentare, agli occhi dell'umanità certe idee fondamentali e la cui magia deriva loro, non solo dalle tradizioni storiche, dalle leggende e dai ricordi che li hanno impregnati del loro penetrante profumo, ma si direbbero santuari scolpiti dagli dei che vi si venerano, per servir loro di abitazione". .


Ingrandisce foto J.H.Fragonard: "Les Temples de Vesta et
dit de la Sibille"

E per concludere riportiamo degli stralci tratti da "Una gita a Tivoli - nel giorno 12 ottobre 1882" di Vincenzo Tizzani, Arcivescovo di Nisibi, decano del capitolo Lateranense ecc. In essi si legge:
"Opportunissima mi si diede a ciò l'occasione quando il principe cardinal Hohenlohe mi propose di fare una gita a Tivoli.Accolsi la generosa offerta sì che le convittrici ammirassero la cascata di Tivoli.per paragonarla con quella del loro Velino.Ci alzammo di poi per visitare il letto dell'antica cascata da me ammirata in gioventù. Di contro vedesi torreggiante l'elegante tempio di Vesta, chiamato volgarmente della Sibilla, posto sulla punta del Saxum signoreggiante la grande cataratta dell'Aniene, fiume che negli antichi tempi lambiva le sostruzioni del tempio.

Narravo.ciò che avevo ammirato nella mia giovinezza di grandioso e di bello nella città di Tivoli. Quella massa d'acqua larga circa 45 piedi minacciante sempre la città nel cadere da grande altezza precipitando alla fine, inabissava vorticosamente nella così detta grotta di Nettuno. Quivi fatta orribile comparsa, per varie viuzze sfogavasi più lungi per alimentare altre piccole cascatelle di acqua pittorescamente sparse al di sotto di Tivoli. Nel rimanere in allora attonito alla vista di quella grotta preso da curiosità mi avanzai tant'oltre che se la mia guida non mi avesse trattenuto in tempo, sarei sdrucciolato nel terribile vortice delle acque agitatissime. L'antica cascata celebratasi ancora per la iride formata spesso da quelle piccolissime particelle d'acqua che, quasi fumo, sollevandosi in alto venivan percosse dai raggi solari".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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