La chiesa di S.Nicola

La piccolo chiesa di San Nicola si affaccia sull'omonima piazzetta, presso la Porta del Colle. L'epigrafe affissa sopra la porta d'ingresso ricorda che l'edificio sacro fu ricostruito nel 1590 da mons. Antonio Migliori, nativo di Acquaviva Picena, vescovo di S. Marco Argentano e commendatore dell'ospedale di S. Spirito in Sassia. La chiesetta, infatti, costituiva un priorato dello storico nosocomio romano sin dal medioevo. Il Crocchiante, che scriveva la sua Istoria delle chiese della città di Tivoli nel 1726, ne faceva risalire le origini al 1190, specificando che «per esser dal tempo in parte diruta, e l'accesso ad essa difficoltoso, mosse la pietà del Vescovo Migliore d'Acquaviva a rifabbricar da fondamenti la presente».
L'autore spiegava anche che l'ospedale «riceveva i Projetti per inviarli all'Archiospedale di Roma; ora del mentovato Ospedale altro non vi sono rimasti, che alcuni Arconi, e muri diruti». All'epoca del Crocchiante, quindi, l'ospedale aveva già da moltissimo tempo terminate le sue attività assistenziali e versava in condizioni di degrado: già nel XVI secolo il priorato, costituito anche da una cospicua quantità di immobili e fondi rustici, veniva infatti ceduto in locazione a privati, che avevano l'onere di mantenere la chiesa in condizioni decorose. Gli ultimi affittuari furono i padri della Missione, che a Tivoli risiedevano presso la chiesa della SS. Annunziata. Questi ultimi firmarono un contratto di enfiteusi con il S. Spirito nel 1758, e nel 1762 lo acquistarono definitivamente, mantenendone la proprietà fino al 1873; in questa data, nello Stato Pontificio, annesso al Regno d'Italia, furono applicate le leggi eversive delle congregazioni religiose.
Anche questa chiesa, dunque, entrò nel Demanio dello Stato e fu sconsacrata, per essere poi venduta a privati ed utilizzata come cartiera.

Ex chiesa di San Nicola
Ingrandisce foto Ex chiesa di San Nicola

La chiesa fu, con ogni probabilità, progettata Ottaviano Nonni, detto "il Mascarino" (Bologna 1536-Roma 1606), architetto di fiducia di papa Gregorio XIII Boncompagni (papa dal 1572 al 1585). Per il pontefice eseguì importanti lavori nei palazzo Vaticani, come la torre dei Venti (1578-80) e la loggia orientale del Belvedere, e progettò e avviò i lavori del Palazzo del Quirinale (dal 1583 al 1585), in cui si segnala la splendida scala elicoidale a pianta ellittica. Vanno ricordate, sempre a Roma, anche le chiese di S. Maria in Traspontina (dal 1580), dei SS. Giovanni e Petronio dei Bolognesi (dal 1582) e di S. Salvatore in Lauro (dal 1591). Nel 1588 il Mascarino fu nominato architetto ufficiale del S. Spirito in Sassia, e negli anni successivi realizzò, per la congregazione religiosa che gestiva questo ospedale, un vasto progetto di riqualificazione del borgo di Manziana.

I documenti d'archivio attestano che a Tivoli, per il S. Spirito, diresse gli interventi di restauro su alcune case situate nella contrada S. Paolo nell'ottobre 1588. In quel periodo, precisamente il 26 ottobre, le fonti menzionano un sopralluogo dell'architetto, accompagnato dal commendatore Antonio Migliori e dal vescovo di Tivoli Giovanni Andrea Croce, per scegliere il sito più adatto su cui ricostruire la chiesa. I cui lavori ebbero inizio immediatamente: nel 1590 erano già state concluse le opere strutturali e portata a termine la facciata, come testimoniato dall'epigrafe ancora in situ, mentre le finiture interne si protrassero fino al 1595.
La chiesa venne solennemente consacrata dal commendatore in carica, mons. Sallustio Tarugi, il 3 luglio 1596, con licenza del vescovo di Tivoli Domenico Toschi.

Ex chiesa di San Nicola
Ingrandisce foto Ex chiesa di San Nicola

Le caratteristiche architettoniche della chiesa non lasciano dubbi sull'attribuzione del progetto al Mascarino. L'impianto è ad aula, con due absidi contrapposte sui lati corti e due brevi ali al centro delle pareti laterali. Mascarino era solito adottare questo schema planimetrico per saloni di ville, logge, cappelle facenti parte di chiese più complesse.
Una piccola chiesa simile era stata costruita, a Capranica, da Jacopo Barozzi da Vignola, maestro ed amico del Mascarino.

Questo tipo di struttura anticipa composizioni del primo seicento, definite "biassiali" per la presenza di un asse di simmetria secondario (costituito, ad esempio, da una cappella al centro di ciascuna parete laterale) in grado di contrastare lo sviluppo longitudinale predominante: la più nota è la chiesa di S. Teresa a Caprarola, costruita negli anni '20 del Seicento da Girolamo Rainaldi.
Le superfici intonacate delle pareti interne e della volta a padiglione unghiata sono lisce, prive di decorazioni che alterino la bellezza delle forme geometriche dell'impianto, ad eccezione dell'alta cornice che definisce tutto il perimetro mistilineo della chiesa. La presenza di finestre semicircolari, nicchie e riquadrature a spigolo vivo accomuna gli interni di questa chiesa con il progetto mascheriniano (non realizzato) per il duomo di Frascati, riferito dagli studiosi al 1598.

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