Il pozzo del Merro

A Sant'Angelo Romano si è perso il significato del vocabolo merro. Bisogna però dire che il Segrè lo utilizza in un lavoro sulla toponomastica dei fenomeni carsici pubblicato nel 1956. Il vocabolo mèrro o mèro, (in uso in alcune parti del Lazio e dell'Abruzzo) significherebbe voragine, dolina.
Da sempre conosciuto dalle popolazioni locali, questo luogo è citato nel 1890 nella descrizione di un itinerario turistico che da Roma conduce a S. Angelo. Se ne parla come "una specie di voragine, nel fondo della quale si estende un laghetto ed i cui fianchi ripidissimi sono rivestiti di alberi".

Pozzo del Merro
Pozzo del Merro visto dall'alto

La cavità carsica del Pozzo del Merro fa parte della Riserva naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco, istituita con legge Regione Lazio 22/97, è gestita dalla Provincia di Roma, settore Tutela ambientale e Parchi.
La suddetta Area Protetta, di ben 997 ettari, è ripartita in quattro distinti settori appartenenti ciascuno ad altrettante Amministrazioni Comunali: Monterotondo, Mentana, Castel Chiodato e Sant'Angelo Romano. Detta Riserva Naturale si estende quindi tra la valle del "biondo" Tevere e i Monti Cornicolani. Ha come confine tra i comuni di Monterotondo e di Mentana una stretta fascia di area non protetta occupata dalla "Bretella" Fiano-San Cesareo dell'A1. A levante si estende il Bosco Nardi, conosciuto da molti sotto il nome di Bosco di Grotte Cerqueta, (poco a nord di Sant'Angelo Romano) e la zona dove è situata la voragine del Pozzo del Merro.

Il territorio è prevalentemente collinare ma non mancano vaste aree destinate a pascolo e uso agricolo (negli oliveti si ricava il pregiato olio della Sabina). Nell' Area, tra l'altro sede dell'Università Agraria di Castel Chiodato, si sono infatti impiantate non solo aziende agricole private ma anche istituti sperimentali di tutela ministeriale (zootecnia, fitopatologia, zoologia sperimentale).

Pozzo del Merro
Pozzo del Merro

Il Pozzo del Merro è situato in comune di Sant'Angelo Romano, è a buon ragione da ritenere una delle più grandi doline della Terra. Conosciuto già in epoca romana, è ubicato a 42° 02' 14" di latitudine Nord. E a 12° 40' 52" di longitudine Est. Ha dei numeri da capogiro: una profondità dalla superficie di ca. 80 m.; un diametro di ca. 150 m. che, essendo la dolina imbutiforme, si restringe man mano verso il fondo fino ad arrivare a 5/6 metri. Orbene a ca. 70 m. dal piano di campagna c'è un lago profondo (forse alimentato da torrenti sotterranei carsici) non sappiamo quanto.
Rilievi della cavità ed una dettagliata descrizione della sua parte emersa sono stati pubblicati nel 1948 dal prof. A. G. Segrè, insieme a quelli delle altre principali forme carsiche cornicolane, come i vicini Pozzo Sventatore, Grotta della Selva, dolina delle Carceri e dolina di S. Francesco, le più distanti doline de "I Fossi", sul bordo meridionale del Bosco di Grotte Cerqueta, anche queste incluse nella Riserva naturale precedentemente citata, e ancora più oltre, verso est, la dolina di Valle Santa Lucia, tra Poggio Cesi e Montecelio.

Nel 1975, dalle indagini batimetriche fatte con una mini imbarcazione munita di ecoscandaglio elettronico e con cordino centimetrato, si stabilì che la profondità del lago era di ca 70 m. Nel 1998 si riprese ad esplorarne la profondità grazie al contributo di un tesista in idrogeologia, G. Caramanna, esperto in esplorazioni subacquee e di un aiuto, R. Malatesta, membro del gruppo subacqueo dei Vigili del Fuoco. All'esplorazione programmata partecipano anche S. Formica, C. Percopo. Fu così che nel maggio 1999 Caramanna e Malatesta riuscirono non solo ad appurare che il lago era profondo 100 m. ma anche ad accertare nuove ed importanti scoperte che sconfessarono in parte i risultati dell'indagine del 1975.
L'ultima immersione del ROV (Remote Operated Vehicle), dotato di tre telecamere a colori e di una pinza manipolatrice, ha proseguito nell'esplorazione della cavità allagata fino alla profondità di 392 metri (limite operativo della macchina) senza tuttavia localizzarne il fondo con assoluta certezza. Allo stato attuale delle conoscenze il Pozzo del Merro risulta essere in ogni caso la cavità allagata più profonda al mondo .

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