La chiesa

Il visitatore che varca il cancello del complesso di S.Cosimato è accolto da un ampio piazzale delimitato da un muro abbastanza alto in cui si aprono delle nicchie settecentesche che ospitano attualmente sculture di G.Giammei mentre un tempo in esse trovavano posto affreschi ispirati alle stazioni della Via Crucis. La tranquillità del posto colpisce il visitatore che, nelle calde giornate estive, qui trova frescura e ombra sotto i rami delle secolari piante di elci. Domina il piazzale sullo sfondo la maestosa facciata duecentesca della chiesa con addossato un quattrocentesco portico (voluto dai monaci ambrosiani). Osservando la facciata, si nota una parte rinascimentale realizzata in pietra a conci mentre un’altra, di epoca posteriore, è ad intonaco. Quest’ultima, realizzata nel Settecento per assecondare l’urgenza di reperire un vano soprastante il portico, si riallaccia in qualche punto all’architettura abruzzese.

Il portico quattrocentesco
Ingrandisce foto Il portico quattrocentesco

Il portico appare abbastanza maestoso scandito in tre fornici delimitati da snelle colonne che scaricano alla base su sporgenti piastrini quadrati della stessa altezza del muretto che chiude la parte bassa dei due fornici laterali. Quello centrale permette l’ingresso all’interno; la volta è a crociera a tre campate.

Due cappelline (ciascuna con nicchia e altare) sono poste lateralmente nell’interno del portico, abbellito un tempo da affreschi realizzati nel secondo cinquantennio del XV sec. ma in seguito persi; nelle cappelline sono raffigurati il Beato Salvatore da Horta (a destra) e San Pietro D’Alcantara (a sinistra). Il visitatore può invece ammirare nella volta le scene dipinte delle lunette che la compongono; particolarmente suggestiva e molto dinamica è la rappresentazione in cui viene ricordato il drammatico assedio posto dai Saraceni al complesso di S.Cosimato e sventato, nell’affresco in questione, dall’intervento di Santa Chiara che mostrando l’Eucarestia agli infedeli li mette in fuga. La scena è sottotitolata da una didascalia al riguardo. Bella anche la lunetta in cui l’artista ha riprodotto l’uccisione di Almonte, re saraceno, che dopo aver messo a ferro e a fuoco i paesi limitrofi al convento, viene eliminato da un soldato cristiano al seguito di Carlo Magno. Anche in questo caso la didascalia sottolinea il messaggio della scena. Di particolare importanza è la rappresentazione centrale in cui all’imperatore del S.R.I. Carlo Magno, impegnato nella difesa della Chiesa e prima di ingaggiare coi Saraceni la leggendaria battaglia nei pressi di S.Cosimato, appare miracolosamente il Salvatore.

Interno della Chiesa
Ingrandisce foto Altare maggiore

In questo caso non vi è la didascalia essendo andata perduta durante le ristrutturazioni del complesso avvenute nel XVIII sec. Proprio a seguito della vittoria riportata sui Saraceni, avrebbe spinto Carlo Magno ad edificare S.Cosimato come ringraziamento a Dio per lo scampato pericolo. Anche a tale leggenda è dedicata una scena accompagnata da una didascalia.

I dipinti dell’atrio, realizzati prima dell’arrivo dei francescani, furono realizzati nel 1670 da un pittore vicovarese, Antonio Rosati.
Entrando in chiesa, il visitatore rimane colpito dall’altare maggiore del 1694, consacrato naturalmente ai Santi Cosma e Damiano; esso sostituisce quello originario e fu realizzato, su disegno di fra Tommaso Trentino, grazie alla munificenza dei Bolognetti, principi di Vicovaro, che donarono anche lo splendido Crocefisso ligneo che domina l’altare. Quattro colonne, due per lato, in stucco imitante il marmo e terminanti con altrettanti capitelli, impreziosiscono lo spazio in cui è conservato il Crocefisso. Lateralmente sono collocate due nicchie piuttosto grandi, soprastanti due porte, in cui trovano posto le due statue in stucco di S.Cosma e di S.Damiano (dono anch’esse dei Bolognetti). Le due predette porte conducono nel retrostante coro. Bello il ciborio rinascimentale in marmo bianco. Sempre finanziati dai Bolognetti il coro e la sacrestia, realizzati nel Settecento. Del primo purtroppo non abbiamo più gli stalli essendo il locale adibito negli anni Settanta a cappella. Nella sacrestia invece colpiscono due reliquiari lignei che riproducono a mezzo busto S.Cosma e S.Damiano. La chiesa ha una copertura a tetto che è posato su archi trasversali scaricatisi su possenti ed alti pilastri. Il coretto sul portico, il presbiterio ed il coro (situato alle spalle dell’altare maggiore) hanno invece una copertura a volta.

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