I fratelli Astalli, imparentati quindi con la famiglia pontificia Pamphili, commissionarono il lavoro al Canini già abbastanza conosciuto essendo stato discepolo del Domenichino ed avendo lavorato nella chiesa romana di San Martino ai Monti per conto dei Pamphili. Nel caso delle numerose sale decorate nel castello di Sambuci, il Canini evidenzia la sua cultura classicista e il suo gusto antiquario (condivisi dagli Astalli). Nella “Stanza di Flora” c’è un forte richiamo al classicismo dei Carracci; invece nella “Stanza con le Storia di Rinaldo e Armida”, tratta dalla Gerusalemme Liberata del Tasso (molto di moda al momento) il pittore utilizza finte architetture da cui si intravede uno sfondo paesaggistico; ai vasi di Polidoro da Caravaggio nella sue decorazioni cinquecentesche delle facciate dei palazzi romani, si rifa nei vasi a grottesche con fiori del soffitto.

Sambuci - il castello Theodoli
Ingrandisce foto Castello Theodoli di Sambuci

Nel “salone delle Prospettive” il Canini invece segue il classicismo per cui pone tra le colonne come se fossero sculture le divinità pagane del mondo greco-romano. La buona stella degli Astalli, che sembrava in continua ascesa, cambiò: passando dalla carica di avvocato concistoriale nel 1645 a quella di chierico di camera, Camillo era stato nel 1650 nominato cardinale, adottato dai Pamphili.

Gli erano stati dati privilegi e rendite considerevoli ma, per la sua inettitudine e per scelte politiche sbagliate e ambigue cadde in disgrazia: papa Innocenzo X Pamphili decise di revocargli tutti i privilegi e di esiliarlo nel 1654 a Sambuci.Il Castello così divenne per lui una residenza forzata.

Sambuci - il castello Theodoli
Ingrandisce foto Entrata al castello Theodoli

Molto bello è inoltre il “salone del Carro del Sole” (I° piano)arricchito da un prezioso soffitto ligneo dipinto; esso in origine si trovava a Roma nel Palazzo dei Theodoli (distrutto tra il 1881 e l’82) quindi fu smontato, trasportato a Sambuci e qui rimontato. E’ opera di Mario Nuzzi (Roma 1603-73) meglio noto come Mario de’ Fiori, specializzato in soggetti floreali alla fiamminga ed in nature morte.

Al centro del soffitto è il Carro del Sole mentre ai lati sono le Allegorie del Giorno e della Notte. Dei putti, realizzati in affresco e collocati sopra le finestre, giocano. Il castello ha chiaramente una cappella; essa è dedicata all’Arcangelo Michele. I Theodoli quindi ristrutturarono fortemente l’interno del castello che venne particolarmente impreziosito grazie all’inserimento di porte, travi e soffitti a cassettoni interamente ricoperti di oro zecchino; tale metallo prezioso, che Cristoforo Colombo aveva riportato dal suo primo viaggio in America, era stato donato al nunzio Giovanni Theodoli nel lontano 1510 dai Re Cattolici (Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona). Tutto ciò che di bello fu possibile prendere dal predetto e distrutto palazzo romano fu trasportato qui per abbellire le 350 stanze che compongono il castello.

 

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