La leggenda di S.Fortuna Martire

Questa la leggenda.
Si narra che S.Fortunato comparisse in sogno ad alcuni rovianesi invitandoli a recarsi a Roma e cercare il suo corpo nelle catacombe di S. Callisto. Così fecero e in breve, dopo tre giorni di cammino, costoro giunsero sul posto indicato riuscendo a trovarne la salma.
Il bellissimo dodicenne recava delle ferite sul collo e sulla fronte procurategli dai suoi genitori, pagani, per punirlo in quanto il bambino, come spesso accadeva, era andato, di nascosto, in chiesa a pregare. Fu punito dal padre a colpi d'ascia.
I rovianesi decisero allora di prendere il corpo e di riporlo in un'urna e con essa si misero in cammino per tornare a casa. Fecero una sosta per mangiare qualcosa; erano assetati e non avevano acqua. All'improvviso per incanto, voltandosi, scoprirono una fontanella dalla quale si abbeverarono.

Castello Brancaccio a Roviano
Ingrandisce foto Castello Brancaccio

Ripresero a camminare ma ben presto uno di loro si accorse di aver dimenticato il suo coltello dove si erano abbeverati per cui tornò indietro ma non trovò più la fontanella: era sparita così come era apparsa. Di corsa raggiunse i compagni e li informò della cosa. Il gruppetto si inginocchiò davanti l'urna per pregare S. Fortunato ringraziandolo. Arrivati finalmente nel paese depositarono il corpo del Santo sotto l'altare maggiore della Chiesa di S.Giovanni Battista Decollato, situata di fronte al castello dove risiedeva la Principessa, che, vedendo le belle fattezze del dodicenne, se ne innamorò. Dette ordine di farlo portare nel Palazzo. La mattina seguente lo ritrovò con la testa rivolta a sinistra invece che a destra come lo aveva lasciato e la cosa si ripetè per tre mattine di seguito. Solo allora la Principessa capì che San Fortunato desiderava tornare a riposare nella prima citata Chiesa, cosa che prontamente avvenne.

Fonti storiche invece datano l'uccisione di S.Fortunato nel II o III secolo d. C.
Il suo corpo fu rinvenuto nelle catacombe di S. Callisto nel 1833. Per l'interessamento di Mons. Francesco dei Conti Pichi, Vescovo di Tivoli (1827-40) e dell'Arciprete D. Nicola Tiritante (1833-67), il corpo del dodicenne martire fu ottenuto in dono da Monsignor Sacrista Pontificio, Fr. Giovanni Augustoni degli Eremitani di S.Agostino Vescovo di Porfirio, come da autentica in data 5 settembre 1834.
Trasportato a Roviano nel 1835, fu collocato sotto l'altare maggiore della chiesa di S. Giovanni Decollato allo scopo di promuovere la venerazione dei Santi della chiesa cattolica.
Da allora se ne celebra il natalizio il giorno seguente la festa del SS. Nome di Maria nella prima metà di settembre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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