La flora della Riserva Naturale di Monte Catillo

Il patrimonio floristico, che ha indotto all'istituzione della Riserva, pur nello spazio di poche centinaia di ettari, è straordinariamente diversificato, non solo per l'alto numero di specie presenti (quelle censite sono finora 386, appartenenti a 77 famiglie e 251 generi, di cui alcune molto rare), ma anche perché esse sono differenti per origine geografica e tipo di ecologia.
In alcuni casi hanno un portamento e dimensioni notevoli e si raggruppano a formare boschi, cespuglieti e praterie con le più varie composizioni e strutture.
Tale varietà è dovuta al fatto che, geograficamente, la Riserva Naturale di Monte Catillo si trova in un luogo di sovrapposizione e intersezione tra due ecosistemi differenti dove specie cosiddette "occidentali" (adatte a un clima oceanico, in cui l'aridità estiva e il freddo invernale sono mitigati dall'influenza tirrenica) si incontrano con specie termofile, capaci di resistere a una relativa aridità e dove specie normalmente diffuse su substrati vulcanici crescono rigogliose accanto a specie ecologicamente legate al substrato calcareo.

Sughereta di Sirividola
Ingrandisce foto Sughereta di Sirividola

Una delle particolarità della Riserva è l'eccezionale abbondanza di specie cosiddette "orientali" o "balcanico-orientali", che raggiungono le nostre regioni a partire da un nucleo centrato, a seconda della specie, sui Carpazi, sull'area danubiana, sui Balcani, sull'Egeo o sulle coste del Mar Nero: fra queste specie ricordiamo la marruca (Paliurus spina-christi), il carpino orientale (Carpinus orientalis), l'albero di Giuda (Cercis siliquastrum), la vallonea (Quercus ithaburensis macrolepis, un ibrido tra quercia e cerro oppure tra diversi tipi di querce, il cui nome è dovuto alla somiglianza con la qualità di querce diffuse appunto sui Balcani) e lo storace (Styrax officinalis), un alberello dai fiori bianchi e intensamente profumati, localmente noto col nome di mella bianca o mellàina.

Altre specie d'interesse particolare sono l'agrifoglio, il gigaro a foglie sottili, la linaria violacea, l'asfodelo giallo, il ginepro ossicedro e l'orchidea selvatica (ophrys tentheredinifera), una specie in via d'estinzione.
A Nord e nella parte interna della Riserva domina la cerreta, bosco a dominanza di cerro (Quercus cerris), con sottobosco di carpino orientale (Carpinus orientalis), il corniolo (Cornus mas), l'orniello (Fraxinus ornus), l'oppio (Acer campestre), il biancospino selvatico (Crataegus oxyacantha), il ciavardello (Sorbus terminalis). Fra le erbacee: l'euforbia delle faggete (Euphorbia amygdaloides), la dafne laurella (Daphne laureola), la cicerchia veneta (Lathyrus venetus). Nelle porzioni interne o settentrionali della Riserva si rinvengono localmente: il carpino bianco (Carpinus betulus), il pioppo tremolo (Populus tremula), il frassino bianco (Fraxinus excelsior) e gruppi di castagni (Castanea sativa).

Ginestre in fiore
Ingrandisce foto Ginestre in fiore

Nelle zone boscate sono sparsi pochi esemplari di pseudosughera (Quercus pseudosuber Santi), una rara quercia dalle foglie dentate forse originata dall'ibridazione tra cerro e sughera. Tra i biotopi merita una citazione la citata sughereta di Sirividola, nel settore più meridionale della Riserva, con esemplari la cui circonferenza supera i tre metri. Purtroppo in passato era molto più estesa, poi gli incendi ed il pascolo abusivo, che non permette alle nuove e piccole piantine di crescere e svilupparsi, hanno causato il restringemento del bosco.
Il castagno selvatico è presente sporadicamente in tutta l'area.
Questo misto di sugheri e di castagni, che nascono su un terreno calcareo, è di particolare interesse tanto che i botanici considerano il fenomeno irripetibile nel mondo e ne giustificano la presenza con lo speciale clima creato dalla cascata e cascatelle (si parla quindi di un raro microclima).

Sui versanti più esposti agli incendi sono diffusi estesi ginestreti a Spartium junceum frammisti a vaste popolazioni di "tagliamani" (Ampelodesmos mauritanicus), una graminacea che forma vistosi ciuffi di grandi dimensioni.
Sui versanti ripidi e rocciosi si sviluppa una boscaglia di sempreverdi tipiche dell'aspetto tirrenico della macchia mediterranea, come l'ilatro (Phillyrea latifolia) e il lentisco (Pistacia lentiscus) si trovano associate a caducifoglie più tipiche del mediterraneo orientale o del Mar Nero come le già citate marruca, storace, albero di Giuda, terebinto (Pistacia terebinthus). Ma certamente uno spettacolo da non perdere in primavera sono le fioriture dei ciclamini nel sottobosco e delle bianche eriche.

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