Chiesa di S.Antonio Abate

Ad ovest di Palestrina si affaccia, sulla piccola piazza del Carmine, in prossimità del Santuario della dea Fortuna, la chiesa di S. Antonio Abate. I prenestini la frequentano per il culto della Madonna del Carmine, qui venerata dall'antica confraternita. Dalla chiesa, ogni 17 gennaio, parte il corteo di carri, animali e carretti che sfilano per la città in occasione delle celebrazioni di Sant'Antonio.
Il nucleo più antico della chiesa risale all'epoca di Stefano Colonna, quando era cardinale Giorgio Fieschi (1449-1453). Nel convento annesso vivono dal 1467 i Carmelitani, subentrati ai Romiti del Monte Carmelo; il 17 giugno del 1449 fu donata loro una casa ma, desiderando ampliare la chiesa e il convento, l'11 marzo 1467 ne acquistarono una seconda col beneplacito dei papi Alessandro VI prima e di Giulio II poi. Il convento dei Padri Carmelitani di Palestrina è quindi senz'altro il più antico d'Italia dopo quello di Perugia.
Agli inizi del XVII sec, grazie a Francesco Colonna, fu ampliato il giardino e fu demolita la vecchia chiesa precedente per costruirne un'altra, progettata dell'architetto Orazio Turriani e voluta dal Priore Generale dei Carmelitani padre Sebastiano Fantoni, fondatore della Biblioteca Fantoniana. Fu lui infatti nel1614 ad abbellire il convento e la chiesa impreziosendo inoltre la biblioteca di oltre 1000 volumi (potenziata poi dalle generose donazioni delle famiglie Colonna e Barberini). Alla sua morte, nel 1623, lasciò a questa importante triade culturale e storica (chiesa, convento e biblioteca) i suoi numerosi dipinti di scuola caravaggesca insieme alla collezione di sculture lignee tra cui "La decapitazione di San Gennaro", attribuito a Michelangelo Merisi da Caravaggio, oggi esposto presso il Museo Diocesano Prenestino di Arte Sacra.


Ingrandisce foto Chiesa di S.Antonio Abate

La chiesa fu terminata in quello stesso anno ma fu consacrata solo nel 1626 da mons. Cacucci, arcivescovo di Efeso, su ordine dal card. Domenico Ginnasi. Il pontefice Paolo V fece dono alla nuova chiesa di un pregiato e impiagato Ecce Homo ligneo tanto ben rappresentato da commuovere il papa Urbano VIII nella sua visita al tempio per cui esentò il Convento dei Carmelitani dalla giurisdizione del Provinciale nel 1640, dichiarandolo direttamente soggetto al Generale dell'Ordine.
Divenne parrocchia nel 1802.

Il complesso conventuale nasconde al suo interno anche preziose testimonianze dell'epoca romana della città, come il bellissimo mosaico policromo (sec. II-I a.C.) conservato nell'antico granaio. La chiesa ha una sola navata ampia molto luminosa; il presbiterio attualmente non è più racchiuso dalla balaustra. La navata, che ha tre cappelle per lato, è impreziosita da marmi pregiati ( resti dell'antico tempio di Serapide), e da stucchi dorati. I confessionali sono del XVIII sec. Il coro, in noce, ha due ordini di scranni ed è di Giovanni Mandelli. L'attuale organo a canne ha sostituito il precedente, danneggiato dal tempo e dalla seconda guerra mondiale. E' stato costruito nel 1962 dalla famiglia artigiana Vincenzo Mascioni di Cuvio; ha 17 registri, 2 tastiere e pedaliera.

Ma veniamo alle cappelle. La prima, entrando in chiesa, a sinistra è dedicata al Crocifisso. Vi campeggia una la pala in tela sull'altare; ai lati del Crocifisso sono le figure di Santa Teresa d'Avila e di Santa Maria Maddalena dei Pazzi mentre sulle pareti laterali sono raffigurate le immagini di Sant'Anna e di Santa Brigida.
La seconda cappella è intitolata a Sant'Alberto di Sicilia; bella la pala d'altare del Santo carmelitano. Sulle pareti laterali spiccano invece i dipinti di Sant'Avertano e il beato Franco di Siena, entrambi carmelitani.
La terza cappella è quella della Confraternita dello Scapolare (esistente già prima del 1550) e custodisce la statua della Madonna del Carmine, che viene portata in processione ogni anno la domenica che segue la sua festa liturgica. Sulla parete laterale sinistra è raffigurato San Sebastiano, martire.


Ingrandisce foto Chiesa di S.Antonio Abate

Veniamo alle altre tre cappelle. Proseguendo a destra dell'altare maggiore, la prima, che si incontra, è quella che conserva la statua del Sacro Cuore di Gesù (in passato era dedicata a San Nicola, vescovo di Bari, a San Biagio, vescovo e martire, e a San Guarino, vescovo di Palestrina. Sulle pareti laterali sono collocati San Simone Stock (che riceve dalla Madonna lo Scapolare del Carmelo) e Sant'Alberto, patriarca di Gerusalemme, che dà la regola a San Brocardo, generale dell'Ordine Carmelitano. Questa pittura è attribuita a Giambattista Ricci.
Viene poi la cappella dedicata a Sant'Antonio abate, con pala d'altare del Santo eseguita nel 1688 da Bernardino Balduino. Le pareti laterali custodiscono i dipinti di Santa Maria Maddalena e di San Pier Tommaso, patriarca di Costantinopoli.
L'ultima cappella ospita il battistero e ha tre dipinti: il centrale raffigura Sant'Elia, profeta; quello sulla parete sinistra San Vito, martire; sulla parete destra,l'arcangelo Raffaele.

L'altare maggiore è sovrastato dall'immagine della Madonna del Carmine dipinta su tavola e risalente al 1570 (essa sostituì quella dipinta su rame, che attualmente si conserva nell'ufficio parrocchiale). Ai lati del presbiterio due monumenti funebri di marmi policromi: a sinistra quello di padre Sebastiano Fantoni; a destra quello del carmelitano Antonio Marinari, vescovo ausiliare di Velletri. Ambedue i monumenti riportano i busti di marmo e l'iscrizione delle benemerenze dei citati personaggi. I due amboni sono stati realizzati utilizzando i marmi della rimossa balaustra le cui colonnine sostengono il nuovo altare, eretto secondo le vigenti norme liturgiche.

La sagrestia è impreziosita da: una piccola statua di alabastro, che raffigura la Madonna del Carmine di Trapani; una tela del 1538 che ritrae San Nicola di Bari e San Ciriaco; un'altra del XVIII secolo, che presenta questi due Santi insieme a San Guarino. All'interno del convento, di cui alcuni locali sono messi a disposizione per le attività parrocchiali, sono custodite varie tele, tra le quali qualcuna di pregio, e il prezioso busto ligneo dell'Ecce Homo, rimosso dalla cappella del Crocifisso.

Il giardino, gli "Orti del Convento", rappresenta uno dei luoghi panoramici più suggestivi: da qui è possibile ammirare tutta la valle del Sacco, fino a Roma.

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