Il Foro romano: la Basilica romana, l'Aula Absidata e l'Antro delle Sorti

Il Foro dell'antica Praeneste si trovava nella zona dell'attuale piazza Regina Margherita, al centro della moderna città di Palestrina, dove oggi è situata la cattedrale dedicata a S. Agapito, là dove un tempo sorgeva un tempio, probabilmente dedicato a Giove Imperatore, risalente alla fine del IV - inizi del III sec. a.C. Ancora oggi, sotto il fianco orientale della chiesa, sul lato ovest della piazza, sono visibili il basamento dell'antico tempio in opera quadrata di tufo, un tratto di strada basolata e una porzione dell'antica pavimentazione del Foro.
Sul finire del II sec. a.C., Praeneste attraversò un periodo economicamente rigloglioso tanto che vi fu un'imponente ristrutturazione urbanistica e monumentale della città nel suo complesso, che investì, oltre al Santuario della Fortuna Primigenia, gran parte degli edifici pubblici sia di carattere civile che sacro che formavano il Foro. Proprio alle spalle dell'antico tempio di Giove Imperatore, venne costruito un grande complesso di edifici posto su un livello più alto rispetto alla attuale piazza cui si accede tramite delle scalette poste vicino la cattedrale e che un tempo davano accesso al Cortile dell'ex Seminario
Questo dislivello, esistente anche in passato, era nascosto da un colonnato a due piani: l'inferiore era di ordine dorico mentre il superiore era corinzio (in parte ancora visibile dal cortile, affacciandosi in uno spazio retrostante la cattedrale).
Da est ad ovest si susseguono:


Ingrandisce foto Basamento dell'antico tempio

L'Aula Absidata (attualmente chiusa al pubblico per lavori di restauro), inglobata nell'edificio dell'ex Seminario Vescovile, era una grande sala rettangolare, coperta originariamente a capriate, con banconi decorati e semicolonne lungo le pareti, conclusa sul fondo da un'abside a semicupola nella quale si aprivano cinque nicchie. Il pavimento dell'abside era il meraviglioso mosaico nilotico conservato ora nel Museo Archeologico di Palazzo Barberini. Il monumento forse era un Santuario di Iside, il cui culto si sarebbe qui diffuso grazie a Delo ed all'assimilazione Iside-Fortuna.
La parete sud dell'aula, inglobata nella facciata del Seminario prospiciente la piazza, presentava una grande porta ad arco con due nicchie laterali, forse per statue, inquadrate ciascuna da una coppia di semicolonne in tufo con capitelli corinzio-italici. Questo livello dell'edificio era raccordato al piano pavimentale del foro, posto più in basso, attraverso una gradinata ed un basamento in opera quadrata di tufo, in cui si aprivano vari ambienti, tra i quali l'Erario pubblico della città, la cassa dove confluivano i tributi. L'identificazione è assicurata dall'iscrizione ancora oggi visibile incisa sulla parete di fondo, che ne ricorda la costruzione ad opera degli edili Marco Anicio Basso e Marco Mersieio, membri di due delle più antiche famiglie prenestine.


Ingrandisce foto Basilica romana

Noto come "Area Sacra", quello che oggi è un ampio cortile a cielo aperto, era in realtà la Basilica cittadina, il luogo dove si celebravano i processi e si trattavano gli affari. Era un edificio a pianta rettangolare diviso internamente (come testimoniano le impronte delle colonne a terra ed alcuni frammenti di capitelli corinzi) in tre navate da due file di colonne con capitelli italo-corinzi, le due file centrali dovevano essere a doppio ordine e nelle pareti del piano superiore si aprivano probabilmente delle finestre che illuminavano l'ambiente. L'alto muro ancora visibile sul fondo è in realtà il fianco settentrionale dell'edificio dove è ancora perfettamente conservata l'intercapedine realizzata per isolare dalla roccia la costruzione e preservarla dall'umidità.
La Basilica, situata trasversalmente sul lato settentrionale del Foro, era dunque inquadrata da due ambienti: ad Est "l'Aula Absidata" mentre ad Ovest "l'Antro delle Sorti".


Ingrandisce foto Mosaico marino

Quest'ultimo è una grotta in parte naturale, in parte artificiale. Un arco in blocchi di tufo ne adorna l'entrata caratterizzata da un mosaico bianco a piccole tessere, il cui buono stato di conservazione fa supporre che in origine fosse coperto. All'interno l'antro era arricchito da tre profonde nicchie e decorato con finte stalattiti e soprattutto da un pavimento, ancora ben conservato, costituito da un raffinatissimo mosaico policromo a piccole tessere con scene marine.
Seppur fortemente lacunoso nella parte centrale (a causa dell'utilizzo dell'ambiente, nel secolo scorso, come piano di cottura per la calce) è una vera meraviglia: vi è raffigurato il fondo marino con una grande varietà di pesci, crostacei e molluschi.

È visibile anche una parte della riva, lungo la quale si infrangono le onde, mentre il colore del mare è più chiaro nei pressi della costa e si fa più scuro e blu verso il fondo della grotta, dove si vuole rappresentare il mare più profondo. I pesci sono rappresentati in prospettiva inversa, quelli più distanti dall'osservatore sono di dimensioni maggiori. Sulla destra si conserva l'immagine di un piccolo santuario, forse dedicato a Poseidone, il dio del mare: è visibile una piattaforma su cui è un altare di porfido, posto davanti ad un'alta colonna corinzia sormontata da un vaso metallico, entro un'esedra, con scudi appesi ed accanto un timone ed un tridente. Davanti ad essa resta parte di una figura maschile nuda, rivolta indietro, con un drappo in mano. L'opera è uno dei più notevoli mosaici ellenistici conosciuti, che trova confronto con altri esempi di Roma e Pompei, sempre a soggetto marino, ed anch'esso, come quello del Nilo, è attribuibile ad artisti alessandrini che lo realizzarono sul posto nella stessa epoca (fine II secolo a.C.).

Se la funzione della Basilica è chiarissima, più incerto è lo scopo cui erano destinate le due costruzioni laterali. Varie ipotesi hanno di volta in volta riconosciuto nell'Aula Absidata una biblioteca, un santuario di Iside, un archivio e nell'Antro delle Sorti, identificato in un primo tempo con il luogo di ritrovamento delle sorti della dea Fortuna, un ninfeo o un santuario di di una divinità egiziana (Serapide o la stessa Iside).

 

 

 

Nei dintorni

Approfondimenti

    Le guide di Tibursuperbum

    Con il patrocinio del Comune di Tivoli, Assessorato al Turismo

    Patrocinio Comune di Tivoli

    Assessorato al Turismo