S.Polo 641 m - Monte Gennaro 1271 m

Si esce dall'abitato di S.Polo dei Cavalieri in direzione nord seguendo per circa 4 km la provinciale per Monte Morra.

  • Partenza quota: 900 m (San Polo)
  • Altezza massima: 1271 m (M. Gennaro)
  • Arrivo quota: 1271 m (M. Gennaro)
  • Dislivello: 371 m
  • Tempo di percorrenza: 2-3 h circa
  • Difficoltà: elementare
  • Segnaletica: rosso-bianco-rosso n. 303
  • Periodo consigliato: primavera, autunno
  • Centro abitativo più vicino: San Polo dei Cavalieri

All'inizio della strada, verso la scarpata a monte, si nota un affioramento di Rosso ammonitici risalente a circa 160 milioni di anni fa. Attraversato il castagneto, che ricopre le pendici del Monte Arcaro est, nel cui sottobosco trovano ubicazione pungitopo, agrifoglio, anemone dell'Appennino, giglio rosso si supera il cavalcavia di Fontana Longarina e si costeggiano le pendici meridionali di Monte Arcaro ovest (944 m.).

Finalmente si arriva al termine della provinciale per Monte Morra dopo aver superato il campo di calcio di S.Polo. Si parcheggia l'auto e si inizia a camminare in direzione nord (m 900 c.a.), seguendo la strada lasciata incompiuta. Al termine di essa si scende lievemente nella strada sterrata che si trova dirimpetto. Da qui fatti pochi metri inizia il sentiero n. 303. La segnaletica è ben evidente.
Sotto i primi faggi con sottobosco di agrifoglio è bello in primavera ammirare le orchidee in fiore.

Faggeta
Ingrandisce foto Faggeta salendo a M. Gennaro

La mulattiera procede tra biancospini, aceri campestri, ginestre fino al confine della faggeta che copre le pendici settentrionali di Monte Morra.
Andando avanti traversando a mezza costa sopra Prato Favale in esposizione sud- ovest si ammira un bosco misto di cerro, carpino nero, nocciolo, pero selvatico e corniolo mescolati a faggi, agrifoglio e carpino bianco. In questo tratto verso la fine del mese di marzo si ammirano bellissimi anemoni in fiore. Arrivati al bivio, che scende a Prato Favale, si prosegue salendo in direzione nord ovest attraverso pascoli e rocce da cui spuntano cespugli di prugnolo. Superato un gradino roccioso che permette di contemplare Valle Fura, il Vallone dei Ronci e M.Follettoso, si procede per le faggete della Valle Cavallera da cui all'orizzonte in inverno appare il Monte Velino imbiancato (m 2487). Man mano che si procede nella valle la mulattiera si allarga sempre di più fino quasi a diventare uno stradone.

Questa valle, che nell'antichità è stata una via di accesso di uomini (cacciatori e pastori) per salire a Monte Gennaro, riveste ancora una grande fascino. Splendidi bucaneve, viole, ciclamini, ranuncoli insieme a varie orchidee occupano il sottobosco di faggi a candelabro.

Monte Gennaro
Ingrandisce foto Monte Gennaro

Qui fa bella mostra di sè l'agrifoglio arbustivo ed arboreo. Si giunge alla fine ad una splendida radura con faggi ed acero campestre; proseguendo in direzione nord si giunge al Pratone di Monte Gennaro a quota m 1024. E' un altopiano carsico, lungo oltre 1 Km e largo al massimo 500 m. Il suo terreno è costituito da un suolo argilloso e quindi molto frequente, soprattutto alla fusione del manto nivale, alla formazione di zone acquitrinose.

Verso il versante nord-ovest il fenomeno di modellamento carsico ha creato le cosiddette "schiene degli asini". Il Pratone è soprannominato anche "Anfiteatro Linceo" a ricordo del piccolo gruppo di studiosi dell'Accademia del Linceo che nel 1611 vi salirono per studiare e raccogliere le piante. All'occhio dell'escursionista non sfuggirà che accanto alla segnaletica rossa e bianca del percorso si affianca anche la figura della lince disegnata su alcune pietre. Un'altra caratteristica del Pratone e dell'intero parco lucretile sono i cavalli ed i buoi lasciati allo stato semibrado. Né è da dimenticare che proprio in questo piano carsico sono stati trovate moltissime amigdale (lett. Mandorle), cioè reperti paleolitici in quanto qui l'homo sapiens cacciava la selvaggina locale attirata qui dagli acquitrini. Per salire al Pizzo di Monte Gennaro (m 1271) che è ben visibile dal Pratone, occorre attraversarlo in direzione della "schiena degli asini" lasciandosi guidare dalla segnaletica bianca e rossa. Si sale velocemente passando tra enormi agrifogli arborei. Da notare l'erosione carsica del terreno. Dalla cima si può osservare lo splendido panorama: il vicino Monte Pellecchia, il Monte Navegna, il Monte Soratte, e in lontananza il Monte Velino ed il Gran Sasso nonché la pianura romana e molti paesi del comprensorio. Il ritorno può essere effettuato per la stessa via di salita oppure, giunti al Pratone, proseguendo in direzione est attraverso uno stradone in faggeta fino al piano di Campitello (m 1025 ore 0,30) dove si trova l'omonima fonte. Da qui si può raggiunge la valle Cavallera e riprendere l'itinerario della salita.

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