La storia

Il Santuario della Mentorella, dedicato a Santa Maria delle Grazie, è ubicato sulla roccia a strapiombo sulla sottostante Valle del Giovenzano; i paesini ad esso più vicini sono Guadagnolo (m. 1218 s.l.m. perciò é il paese più alto del Lazio), Pisoniano e Ciciliano. Il Santuario della Mentorella, situato in uno scenario unico, sembra che sia il più antico d’Italia.La tradizione vuole che sia stato edificato nel IV d. C. dall’imperatore Costantino (il sovrano che nel 313 d.C. con l’editto di Milano concesse libertà di culto ai cristiani restituendo loro anche i beni sequestrati durante le persecuzioni).

Grotta di San Benedetto
Ingrandisce foto Grotta di San Benedetto

Costui, d’accordo con papa Silvestro, lo fece erigere sulla sommità del monte Guadagnolo, ove la leggenda narra avvenne la conversione di Placido (chiamato poi S. Eustachio il quale fu uno dei primi martiri della religione cristiana).

S.Benedetto da Norcia, di passaggio da Roma, visse per due anni nella grotta naturale a pochi passi dalla chiesa dove è custodita la statua lignea della Madonna delle Grazie e del Bambino. Si accede nell’antro attraverso uno stretto pertugio. Un documento del 594 testimonia che la proprietà fu donata da S.Gregorio Magno (figlio di Santa Sivia e cugino di S.Benedetto), della gens Anicia; costui (secondo alcuni sua madre)regalò all’ordine benedettino la villa e la chiesa (a quel tempo già consacrata a S.Maria delle Grazie) ubicata sulla rupe Wultilla (oggi Mentorella).

Affresco della chiesa di Santa Maria della Mentorella
Ingrandisce foto Affresco

Il santuario della Mentorella, costruito sul terreno donato dalla predetta gens Anicia, fu gestito dai benedettini di Subiaco fino al XIV sec. (incessante l’afflusso di pellegrini ad esso diretti). Solo verso la fine del X sec. il santuario per breve periodo passò di proprietà di una nobildonna romana (domina romana) di nome Rosa; poi alla matrona di nuovo, come predetto, subentrarono i monaci di S.Benedetto.

Attualmente dell’antico edificio costruito sotto Costantino non rimane che il ricordo poiché il monastero, abbandonato a partire dal 984 d.C. e non più curatoper molti secoli, andò infatti in rovina. Fu Padre Atanasio Kircher a tentare di salvarlo: egli chiese finanziamenti a molti sovrani (il duca di Baviera Leopoldo I, il viceré di Napoli e, addirittura, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria) così si provvide ai restauri tra il 1665 ed il 1680.

 

 

 

 

 

 

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