Chiesa di Sant'Antonio Abate

Ubicata sulla strada omonima, sul pendio di Monte Albano, la chiesina è nella sua struttura alquanto lineare. Sembra che originariamente l'ingresso fosse situato sul retro, lì dove attualmente si trova una cantina. La sua fondazione risale al XV sec.; fu restaurata nel 1628 ma fu alla fine del Settecento (precisamente nel 1791) che si mise mano veramente al suo rifacimento modificandone in parte l'architettura e lo spazio interno che fu ampliato. Fu allora che l'abside originaria venne murata e scomparve allo stesso modo anche una piccola cappella consacrata alla Natività.

Edicola votiva a Montecelio
Ingrandisce foto Edicola votiva a Montecelio

In un documento di fine XVI sec. si ricordano la motivazione della sua edificazione (il popolo, grato dello scampato pericolo da una pestilenza, aveva fatto voto di edificarla dedicandola a San Rocco e Santa Cecilia) e il degrado dell'edificio, edificato probabilmente durante la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento.

A tale epoca infatti risalirebbero gli affreschi dell'abside originaria, che, durante la ristrutturazione settecentesca, fu murata e sostituita da un'altra semicircolare su cui termina la navata unica che presenta sul lato destro una sola cappella. Da notare, sulle pareti della navata e sulla volta, il rincorrersi di cornici, mensole ed archi. In quest'abside semicircolare unico ornamento è la parete di fondo posta alle spalle dell'altare realizzato, come era consuetudine nel XVIII sec., in stucco imitante il marmo (ciò per motivi economici). Detta parete è anch'essa decorata a stucco ed è impreziosita da un timpano triangolare sostenuto da due lesene. Sotto di esso si apre un'edicola dalla cornice con motivi floreali. Belli gli affreschi della parete e del catino absidale realizzati dalla cerchia di Antoniazzo Romano tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento nonché restaurati negli anni Settanta del secolo scorso.

Scorcio di Montecelio
Ingrandisce foto Scorcio di Montecelio

Vi sono ritratti sulla parete absidale iniziando da sinistra: Santa Caterina d'Alessandria e Santa Cecilia; la Madonna in trono mentre allatta il Bambino; Santa Liberata e Santa Lucia. Invece sul catino è raffigurato Cristo Docente, seduto dentro una mandorla all'esterno della quale sono posti due Angeli. Probabilmente queste opere furono fatte mentre era proprietario del feudo di Montecelio il cardinale Giovanni Battista Orsini.

Esternamente la chiesa non ha pretese: la facciata “a capanna” è intonacata. Unico vezzo il portale, sovrastato da un lunettone e delimitato da due semplicissime lesene su cui poggia il timpano triangolare. La copertura è a tetto a due falde, coperte da tegole. Semplice anche il campanile a vela. La chiesa oggi è in stato di abbandono e preoccupanti sono i danni causati dall'umidità che mettono in serio pericolo i sopra menzionati affreschi. Questa piccola chiesa, un tempo dedicata a Santa Cecilia e San Rocco (protettori di Montecelio), poi divenuta di Sant'Antonio Abate durante il Seicento essendosi qui stabilite la Confraternita del suffragio e la Fratellanza del predetto Santo, rischia veramente di andare in rovina.

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