Nell'altro concilio, da lui convocato a Ravenna alla presenza di settantaquattro vescovi e dello stesso imperatore Lamberto di Spoleto (era stata infatti dal concilio annullata l'unzione dell'imperatore Arnolfo in quanto carpita ed imposta in mala fede allo stesso papa Formoso e riconfermata l' elezione imperiale di Lamberto duca di Spoleto) fu ribadita la completa autonomia della Chiesa nell'elezione del proprio pontefice, fu riaffermata la necessità, per la curia romana, di una buona convivenza col potere imperiale, unita ad un alto prestigio del pontificato di Roma contro le ambizioni dell'aristocrazia romana. Fu quindi ristabilita la collaborazione tra papa e imperatore, al quale venne rinnovato l'incarico di intervenire per la difesa e l'aiuto di Roma (incarico toccato per la prima volta a Carlo Magno). Alla fine del concilio Lamberto incontrò il pontefice a Ravenna e rinnovò la sua promessa di restituire tutti i territori appartenuti alla Chiesa stessa.

La cascata di Tivoli
Ingrandisce foto La Cascata - J.C.J. Remond

La situazione però precipitò di lì a poco perché, nell'ottobre dell'898, l'imperatore Lamberto morì tragicamente mentre cacciava nei boschi di Marengo presso Alessandria (caduto da cavallo ma per altri massacrato dal figlio del Conte di Milano Mangefredo precedentemente decapitato per ordine di Lamberto).

Berengario, marchese del Friuli, fu proclamato allora re d'Italia e imperatore; la sua incoronazione fu accettata anche da Algeltrude, madre dello scomparso Lamberto. Successivamente, poiché Berengario il 24 settembre 899 subì una pesante sconfitta sul fiume Brenta ad opera degli Ungheri, i feudatari, gli tolsero la fiducia opponendogli il giovane Ludovico di Provenza, detto Lodovico III il cieco.

Franz - Valle dell'Empiglione
Ingrandisce foto Valle dell'Empiglione - E.R.Franz

Così il gran lavoro svolto da Giovanni IX fu rimesso totalmente in discussione proprio in seguito, nell'agosto dell' 899, alla predetta invasione degli eserciti ungheri. Berengario tentò di opporsi costituendo un esercito con i feudi di Verona, Modena e Pavia ma proprio sulle rive del Brenta nei pressi di Padova, il suo esercito fu letteralmente sopraffatto dagli invasori che approfittarono sia della morte di Lamberto sia di quella di Arnolfo, avvenuta nel novembre dello stesso anno.

Giovanni si spense nel gennaio dell'anno 900. Alcuni affermano che morì a Ravenna ma è invece più probabile che la morte lo colse a Roma dove fu sepolto nel portico dell'Antica Basilica Vaticana presso la porta Guidonea. L'epitaffio tombale ( riportato in "Gli uomini illustri della città di Tivoli" di mons. G.Cascioli ) mette in luce che convocò tre concili durante il suo pontificato (dei primi due si è precedentemente detto, del terzo non sappiamo dove si tenne e di esso ci viene rivelato solo qualche epitaffio).

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