Vicovaro principato della famiglia Cenci-Bolognetti (XVIII - XIX sec.)

Nella seconda metà del sec. XVI iniziò il decadimento dell'abitato dovuto sia al venir meno della primaria importanza militare della zona, sia alle continue e funeste pestilenze. Dannosissima fu quella del 1656 che fece scendere il numero della popolazione a 422 abitanti, e la conseguente carestia del 1691 che costrinse la comunità impoverita e stremata a chiedere aiuto alla Sacra Congregazione del Buon Governo. Il tutto coincise con il grave dissesto finanziario degli Orsini che, agli inizi del Seicento, a causa dei numerosi debiti, furono costretti a vendere i loro feudi.
Il 24 luglio del 1690 la Reverenda Camera Apostolica, intesa la Congregazione dei Baroni, pose all'asta alcuni beni spettanti ai fratelli Orsini: Flavio, duca di Bracciano e Lelio principe di Vicovaro, perseguitati dai creditori. Tra questi beni c'era Vicovaro ". con sua giurisdizione, titolo, territorio ed altri beni, stanto mobili che stabili.".

Palazzo Cenci-Bolognetti
Ingrandisce foto Palazzo Cenci-Bolognetti

Il 17 aprile 1692, con atto del notaio Antonio Oliviero, Vicovaro, elevato a principato, divenne proprietà del conte Paolo Bolognetti e di suo figlio Ferdinando per la somma di 66.000 scudi.
Con questo atto, dopo cinquecento anni di ininterrotto dominio, gli Orsini uscirono di scena lasciando uno dei loro primi e più importanti feudi.
I Bolognetti, famiglia di origine bolognese, si insediarono nella vecchia rocca Orsini che però vollero ampliare e trasformare in un palazzo più consono al loro rango e adatto ad ospitare la nobiltà romana e i molti amici stranieri della casata.
Naturalmente i nuovi padroni non si limitarono a porre mano alla dimora ma fecero eseguire diversi lavori anche in città; in particolare nel 1743 si diede il via alla ricostruzione della fatiscente chiesa di S. Pietro.

Nel 1723 con la celebrazione del matrimonio fra Maria Anna Bolognetti e Virginio Cesi, i Cenci ereditarono i numerosi beni, tra cui il feudo di Vicovaro. Il loro figlio, Girolamo, quale erede dello ziao Giacomo ultimo della casata, aggiunse al proprio cognome quello dei Bolognetti; iniziò così il ramo Cenci Bolognetti di Vicovaro che proseguì con un altro Virginio (1765-1803) e Alessandro (1801-72) con i1 quale la famiglia fu ascritta al patriziato romano con Senatus consulto del 1838.

Il 18 maggio 1789, il paese venne visitato da Pio VI diretto a Subiaco, come riporta il Moroni ". il papa [.] proseguì il viaggio per Vicovaro, feudo del conte Girolamo Bolognetti, il quale per dimostrare la di lui venerazione, aveva fatto erigere un grande arco nella strada presso la posta dei cavalli, ornato di varie statue rappresentanti altrettante Virtù, di emblemi ed iscrizioni. E sempre dal Moroni ci viene descritta la visita di Papa Gregorio XVI del 1834 "egualmente a Subiaco narrai la visita che di Vicovaro ne fece Gregorio XVI, partendo da Tivoli ai 29 aprile 1834, e le commoventi festive e sincere dimostrazioni di venerazione ricevute lungo la via Valeria e Sublacense, massime dalle comuni ivi nominate, e qui solo ricorderò quelle di Castel Madama, Vicovaro, Saracinesco, Anticoli Corrado e Roviano; non che di essere entrato ad orare nella chiesa di S. Cosimato (nel suo convento vi aveva desinato da cardinale l'8 ottobre 1830, reduce da Subiaco, indi visitò Vicovaro e la sua chiesa). I quali festeggiamenti si ripeterono a 2 maggio nel ritorno a Tivoli, ripassando per Vicovaro, nuovamente rallegrata dalla sua presenza. Di questa anche il regnante Pio IX onorò Vicovaro nel 1847, sia nell'andare che nel ritorno da Subiaco a 27 e 31 maggio".
Con la presa di Porta Pia (1870), il paese seguì le sorti, senza particolari clamori, dello Stato Italiano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nei dintorni

Approfondimenti

    Le guide di Tibursuperbum

    Con il patrocinio del Comune di Tivoli, Assessorato al Turismo

    Patrocinio Comune di Tivoli

    Assessorato al Turismo