La storia della chiesa

Il convento domenicano di San Biagio, un tempo isolato e dominante l'antistante Piazza del Plebiscito, si trova inserito all'incrocio di strade molto frequentate ed in collegamento con la via Tiburtina-Valeria , nel tessuto urbano interessato alla nuova espansione urbanistica del XII-XIII secolo dove, secondo la tradizione, sorgeva un antico tempio dedicato a Giunone Regina, contiguo a quello di Diana. Questo spiegherebbe il perché la Piazza del Plebiscito ad essa prospiciente è nota presso i tiburtini come Piazza della Regina. Su questo luogo di culto pagano, come sempre accadde, per sottolineare la vittoria del Cristianesimo sul paganesimo, sorse intorno al XII secolo una piccola chiesetta di stile romanico, avente però un ingresso che guardava a valle, verso il fiume, situato su Via dei Sosii.


Ingrandisce foto La Chiesa di S.Biagio

L'impianto doveva avere un'unica navata rettangolare con cappelle addossate alle pareti; soffitto a capriate; abside poco sviluppata coperta con volta a crociera. Addossato all'abside era un campanile (quasi interamente distrutto dai bombardamenti del 1944). Di essa rimane solo l'abside, ancora affrescata, situata sotto il pavimento della sagrestia dell'attuale S.Biagio. Fu Papa Onorio IV a concederne il possesso all'Ordine Domenicano nel 1285 in quanto quest'ultimo non aveva a Tivoli nessun luogo dove poter predicare.

Qui dunque i Padri Predicatori si sistemarono ma, approfittando della sopraggiunta scomparsa di Onorio IV, stabilirono di porre mano ai lavori per edificare una chiesa più grande, corrispondente ai loro bisogni, con annesso Convento. L'edificio sacro fu dedicato a "S.Maria de Gloria" (come tutte le chiese domenicane) ma la popolazione tiburtina fin dall'inizio preferì chiamarlo "S.Biagio", vescovo e martire, e per sottolineare la benevolenza con cui la presenza dei Domenicani era seguita dalla città, ben presto i tiburtini fecero a gara per lasciare in eredità i loro patrimoni al Convento che in questo modo potè essere in grado di gestirsi e di operare per il bene della comunità locale.


Ingrandisce foto Stemma della Fam.Leonini

L'orientamento della chiesa mutò durante l'episcopato del cardinale Filippo Gezza De Rufinis (1356-1380) il quale fece ampliare il convento e soprattutto ordinò il rifacimento radicale della chiesa volgendo la facciata sull'attuale Piazza Plebiscito su un livello più alto rispetto all'antico. I lavori, a buon punto sotto il pontificato di Bonifacio IX (1389-1404), furono però terminati solo nel Cinquecento grazie alla generosità di Vincenzo Leonini, fratello del vescovo di Tivoli, Angelo, entrambi tiburtini.

Il benefattore, tra l'altro sposo di Bartolomea de' Medici (nipote del pontefice Leone X) e comandante della guardia papale, grazie al suo aiuto permise che fosse terminato il bel portale che adorna l'ingresso dell'attuale chiesa situato ora sulla piazza del Plebiscito. Gli stemmi familiari dei due Leonini a ricordo perenne del loro gesto furono scolpiti sulle basi degli stipiti del portale. Il nome di Vincenzo Leonini è presente anche sull'architrave del timpano, che custodisce collocato in posizione centrale un altorilievo della Madonna a mezzo busto con in braccio il Bambino. L'iscrizione è la seguente:
VINCEN. LEONINUS LEONIS PP. X CUSTODIE CAPITANE. F.F. MDXVI (Vincenzo Leonini capitano della guardia di papa Leone X fece fare nel 1516).

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