Il periodo medioevale a San Gregorio

Dalle molteplicità delle ville dell'età romana si passò poi all'unità fondiaria tipica del periodo medioevale. In un documento del 587 si fa riferimento al nome di Gregorio degli Anici che ne era proprietario. Tale gens era originaria di Palestrina ed era diventata potentissima grazie ai numerosi matrimoni con altre famiglie importanti. Gregorio degli Anici, divenuto poi pontefice con il nome di S.Gregorio Magno, donò il fondo, dove oggi sorge il paese, (il documento della donazione è datato 28/12/587) al monastero romano di S.Andrea al Celio, fondato da lui quindici anni prima.

Bifora Castello Brancaccio
Ingrandisce foto Castello Brancaccio

Il territorio, che prima della donazione si chiamava Ancesano, dopo di essa prese il nome di S.Gregorio e fu concesso in enfiteusi dai monaci proprietari. Costoro erano di spiritualità benedettino-gregoriana; nel 594 infatti S.Gregorio Magno regalò al Monastero di Subiaco una vasta zona delle sue terre personali compresa tra il monte Vulturilla (Mentorella) e Castel Madama (quindi terre situate tra Tivoli, S.Gregorio da Sassola e Casape).

Poi arrivarono i Longobardi che distrussero il monastero di Subiaco e per tre secoli ignoriamo le vicende del patrimonio sublacense. In un documento del 984 apprendiamo che le terre del paesino attuale di S.Gregorio erano ancora dei monaci di S.Andrea al Celio. Nel 1321 un abate simoniaco di S.Andrea al Celio alienò il feudo di S.Gregorio a favore della famiglia Colonna; nel 1380 Petruccio Colonna l'occupò senza possibilità di recupero da parte del monastero di S.Andrea al Celio. Il papa Bonifacio IX ne convalidò l'occupazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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